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Amadei: Un fornaretto bandiera della Roma

Amadei sul furgone del suo forno

Da Frascati con amore

Per comprendere fino in fondo Amadei bandiera della Roma bisogna chiudere gli occhi e pensare un mondo che non c’è più. Immaginare un ragazzino di quattordici anni negli Anni Trenta, nel mezzo di due guerre sanguinose. Vederlo costretto a fare il “cascherino”, ovvero consegnare il pane fresco del proprio forno invece di andare a scuola. Forno ereditato pieno di debiti da nonno Antioco che se l’era giocato, perdendo, a carte. La storia d’amore tra Amedeo e la Roma nasce in un pomeriggio del 1935, quando viene a sapere di un provino allestito dalla società giallorossa per i ragazzi della sua età. Amedeo Amadei non ci pensa due volte e, con la bicicletta delle consegne del pane, attraversa stavolta Appia e Tuscolana per arrivare in tempo a Testaccio. Superato il provino con mister Giulio Scardola, c’è da vincere la resistenza del padre grazie all’intervento delle due sorelle più grandi, che garantiscono un loro maggior impegno nel forno per compensare l’assenza del fratello. Due anni dopo, non ancora sedicenne, arrivano i record di più giovane calciatore ad avere prima esordito e poi segnato in Serie A. Ancora qualche anno ed è protagonista assoluto nella Roma Campione d’Italia del 1942. 

Amadei nella Roma Campione d'Italia 1942
Amadei, ultimo a destra tra gli accosciati, nella Roma Campione d'Italia 1942

Amedeo Amadei mai contro la Roma

Il successo in quegli anni è labile come tutto il resto e la fortuna volta le spalle al fornaretto, oramai per tutti Ottavo Re di Roma. Dietro l’angolo c’è addirittura una squalifica a vita per un presunto calcio ad un guardalinee in un Roma-Torino di Coppa Italia. A seguire la guerra, con il forno distrutto dal bombardamento alleato nel giorno dell’armistizio. Fatti che caricano di preoccupazione la paternità giunta nel frattempo. Terminato il conflitto bellico la carriera riprende grazie ad un’amnistia ma la Roma non è più quella di prima, afflitta da una crisi sia tecnica che societaria. Per salvare i conti l’unica via è vendere Amedeo Amadei ad una delle tante pretendenti del Nord. La più decisa è l’Inter e Amadei va a Milano spiegando che, qualora la società non fosse stata in cattive acque, non avrebbe mai lasciato Roma. E impone ai suoi nuovi dirigenti, ora dell’Inter e in seguito del Napoli, la condizione di non schierarlo contro la Roma se questa avesse avuto bisogno di punti. Perché “non potete pretendere che pugnali mia madre”. E infatti il primo aprile 1951 si rifiuta di scendere in campo con il Napoli contro una Roma nel pieno di una lotta salvezza che perderà qualche settimana dopo. Amadei, sapendolo, scoppia a piangere negli spogliatoi. Nel rispetto di un patto d’amore non previsto dai codici del professionismo di oggi. E che possiamo comprendere soltanto chiudendo gli occhi e immaginando un ragazzino che nel 1935 corre in bicicletta lungo l’Appia per realizzare il suo sogno. Diventando così, quel giorno stesso, Amadei bandiera della Roma.

Striscione della Curva Sud per Amadei
L'estremo saluto della Sud ad Amadei
De Rossi deposita fiori per Amadei sotto la Sud
De Rossi deposita fiori per Amadei sotto la Sud
La Curva Sud commemora Amadei
L'episodio della bicicletta nel ricordo della Curva Sud (foto asromaultras.org)