Un principe tra due regni
Un principe tra due regni ingombranti, quello di Falcao e quello di Totti. Troppo giovane per sentire suo lo scudetto del 1983 e ormai ex nel 2001. In mezzo una carriera che in parte ha diviso ma, prima ancora che campione o fuoriclasse, regista o fantasista, limite o valore aggiunto, Giannini è stato capitano della Roma. Se Totti è stato “la Roma”, come recitava la coreografia della Sud nel giorno del suo addio, Giuseppe Giannini è stato, più di ogni altro, il “tifoso della Roma”. Non lo ha semplicemente rappresentato ma ne è stato l’incarnazione, nel suo corpo ha vibrato per più di dieci complicatissimi anni l’anima del tifoso della Roma. Giannini ha somatizzato sulla sua pelle gli sbalzi di umore di un popolo emotivo come pochi. Ha oscillato continuamente tra le onde alte dell’entusiasmo e forti risacche depressive. Senza esserne mai schiacciato, resistendo a tutto sospinto da un amore incondizionato per i colori che ha indossato con infinito orgoglio.