CARLO ANCELOTTI
DATI ANAGRAFICI DI ANCELOTTI
Nasce a Reggiolo (Reggio Emilia)
Nasce il 10/6/1959
STATISTICHE CON LA ROMA
Ruolo: Centrocampista
Stagioni: 8 (1979-1987)
Presenze: 227 (171 di Serie A, 4 di Coppa dei Campioni, 6 di Coppa Uefa, 10 di Coppa delle Coppe e 36 di Coppa Italia)
Gol segnati: 17 (12 in Serie A, 2 in Coppa delle Coppe e 3 in Coppa Italia)
Titoli: Scudetto 1983 – Coppa Italia 1979-1980-1984-1986
Carlo Ancelotti è un centrocampista che interpreta il ruolo in chiave moderna. Aggressivo, tenace e combattivo da un lato e dotato di un’ottima visione di gioco dall’altro. Capace di un gran tiro e con una discreta confidenza con il gol, sopperisce ad una certa lentezza con una progressione a tratti travolgente. Si afferma nel Parma, società con la quale disputa tre campionati di Serie C. Di cui l’ultimo, sotto la guida di Cesare Maldini, termina con la promozione tra i cadetti grazie ad una sua doppietta decisiva nello spareggio di Vicenza contro la Triestina vinto per tre a uno.
Con Ancelotti nasce la Roma di Viola e Liedholm
Quando Dino Viola richiama Liedholm sulla panchina della Roma per il campionato 1979-80, la prima richiesta del Barone risponde al nome di Carlo Ancelotti. Nils ha ricevuto relazioni entusiaste dal fido vice Tessari e dall’amico, dai tempi del Milan, Cesare Maldini. C’è già l’Inter sulle tracce del centrocampista, ma la spunta la Roma grazie all’amicizia tra Dino Viola e il presidente dei parmensi Ceresini. Inizialmente Ancelotti agisce da centrocampista offensivo ma l’allenatore svedese lo trasforma gradualmente in una fantastica mezzala che si integra alla perfezione nel suo gioco a zona. Fa il suo esordio in campionato con la Roma nel pareggio casalingo a reti inviolate contro il Milan. La domenica successiva a Pescara, di nuovo con il numero dieci sulle spalle, segna il suo primo gol con la Roma.
Carlo Ancelotti e la Roma crescono insieme
L’acquisto di Ancelotti è la prima mossa di Viola e Liedholm nella costruzione della squadra che rappresenta forse il punto più alto della nostra storia. Carletto e la Roma diventano grandi insieme. Il primo anno si chiude con un sesto posto in campionato e con la vittoria in Coppa Italia. L’anno precedente la Roma si è salvata per un soffio, non vince un trofeo da tempo e il trionfo nella coppa nazionale assume un sapore speciale. E Ancelotti firma la vittoria con il calcio di rigore decisivo nella lotteria dal dischetto contro il Torino. L’anno successivo arriva Falcao e il processo di crescita accelera vorticosamente. Lo scudetto è annullato soltanto dal Sig. Sancini che sventola inopinatamente la bandierina al Comunale di Torino cancellando il gol di Turone ed il sogno di un popolo intero. Giunge però il bis in Coppa Italia con Ancelotti nuovamente protagonista, grazie al gol del pari casalingo nella gara di andata ed il centro nella ennesima serie di calci di rigore che decide questa ulteriore sfida coi granata.
All’inferno e ritorno
Quando tutto sembra andare per il verso giusto, ci si mette di mezzo la sfortuna. Il 25 ottobre 1981 un contatto con il giocatore della Fiorentina Casagrande provoca una torsione del ginocchio destro del “bimbo” che cagiona la lesione del legamento crociato. Infortunio che all’epoca si traduce in un anno di assenza dai campi e un punto interrogativo sulla effettiva ripresa. La tifoseria giallorossa non ha ancora superato lo shock emotivo per il fine carriera di Francesco Rocca e piomba di nuovo nel dolore più assoluto. Ma, allo stesso tempo, si lega in maniera ancora più forte a quello che è un vero e proprio figlio adottivo. Ancelotti lavora duramente e rientra in un Roma-Cesena del 17 ottobre 1982. In tempo per essere decisivo nella galoppata trionfale che porta al tricolore. Soprattutto grazie al prezioso gol del pari nella trasferta di Ascoli.
La sfortuna si accanisce con Carlo Ancelotti
La stagione 1983-84 è quella della difesa del titolo in Italia ma, soprattutto, di un sogno chiamato Coppa dei Campioni. Per Carlo Ancelotti purtroppo il risveglio è brusco perché il 4 dicembre 1983 nella partita di Torino contro la Juve, intorno alla mezz’ora salta anche il legamento del ginocchio sinistro. Ancelotti esce dal campo sulle sue gambe, sorretto da Ernesto Alicicco e Vittorio Boldorini. Poi finisce di nuovo sotto i ferri e le mani del Prof. Perugia, assistito dal Prof. Mariani, e segue un iter già vissuto: gesso, fisioterapia, riabilitazione. Un anno fermo. Ancora. Il ragazzo precipita di nuovo nell’incubo e si aggrappa all’amore della gente che cresce con la sfortuna che lo colpisce. Il sogno della squadra dura invece fino alla finale e si spegne con il rimpianto che con Carletto in campo la conclusione sarebbe stata un’altra.
Ancelotti raccoglie l’eredità di Di Bartolomei
Carlo rivede il campo il 24 ottobre 1984 in un Roma-Wrexham di Coppa delle Coppe. La Roma che ritrova non è però più la stessa: Liedholm è andato al Milan con Di Bartolomei e in panchina è arrivato Eriksson. Ancelotti raccoglie la pesante eredità da capitano dopo una breve parentesi di Bruno Conti. Il duplice grave infortunio ha tolto un po’ di vivacità al suo gioco, ma sopperisce con un grande senso tattico. La prima stagione del nuovo corso è di ambientamento e nella successiva la Roma sfiora l’impresa che sfuma incredibilmente contro il Lecce. Ancelotti vince una quarta Coppa Italia che però non può alzare in quanto impegnato con la spedizione azzurra in Messico. Il terzo anno la squadra si sgretola e Viola si convince a cedere Carlo Ancelotti al Milan, costretto da ragioni di bilancio e mal consigliato sulle condizioni fisiche del calciatore. I tifosi non capiscono e non perdonano.
Curiosità su Carlo Ancelotti
- Nel 1979 si aggiudica il Guerin di bronzo quale miglior giocatore della Serie C, a pari merito con Vierchowod. Ed è in occasione della premiazione che Cesare Maldini gli presenta Nils Liedholm;
- All’inizio della carriera in molti sbagliano il suo nome chiamandolo Ancellotti. Carlo, non appena arrivato a Roma, chiede espressamente alla stampa di scrivere il suo nome correttamente, con una sola “l”;
- Con la nazionale salta i Mondiali del 1982 per infortunio. Va in Messico nel 1986 ma non gioca mai. È invece protagonista con Vicini ad Euro 1988 e Italia ’90. Chiude con ventisei presenze e una rete segnata all’esordio contro l’Olanda;
- “Sempre Magica”. Risponde così al giornalista RAI Claudio Icardi che gli chiede come ha trovato la Roma al suo ritorno da avversario all’Olimpico;
- Diverse sono le apparizioni nel cinema di Ancelotti, che troviamo in Don Camillo (1983), L’allenatore nel pallone (1984), Mezzo destro, mezzo sinistro – due calciatori senza pallone (1985) e L’allenatore nel pallone 2 (2007);
- Al suo arrivo al Chelsea da allenatore deve esibirsi in una performance canora come da rito. Ancelotti sceglie di cantare “La società dei magnaccioni“.