I migliori presidenti della storia della Roma
DINO VIOLA
Con Dino Viola la Roma diventa magica. Toscano di nascita ma romanista da sempre, presente sugli spalti a Livorno nella domenica che precede la vittoria dello scudetto del 1942. Dopo aver percorso quaranta chilometri in bicicletta con la moglie Flora. Già dirigente, rileva la Roma da Anzalone nel 1979 e la affida alle sapienti idee di Nils Liedholm. Con il regalo di Falcao ci libera dalla prigionìa del sogno e lo scudetto diventa realtà. Vince anche quattro Coppe Italia e conduce la Roma al punto più alto della sua storia arrivando a giocare la finale di Coppa dei Campioni. Ingegnere di professione, sempre al fianco dei ragazzi della Curva e pronto a battagliare con raffinata ironia e pungente intelligenza con i potenti del Nord.
FRANCO SENSI
Franco Sensi eredita la passione per la Roma da papà Silvio, responsabile del progetto di Campo Testaccio. Dopo esserne stato dirigente, Sensi acquista la Roma nel 1993 insieme a Mezzaroma ma dopo pochi mesi la fa interamente sua. Dopo i primi anni deludenti, Sensi cambia la storia reagendo da tifoso allo scudetto della Lazio del 2000. Il presidente, che aveva già “adottato” Francesco Totti e chiamato alla guida della squadra Fabio Capello, non ci pensa due volte e acquista Gabriel Omar Batistuta. La Roma vince il suo terzo scudetto e la città impazzisce di gioia. La presidenza di Franco Sensi è la più longeva della storia della Roma e sotto la sua guida la squadra vince, oltre allo scudetto, due Supercoppe Italiane e due Coppe Italia. Memorabili le sue battaglie politiche con i dirigenti delle squadre del Nord, in particolare con Adriano Galliani.
ITALO FOSCHI
Al terzo posto tra i migliori presidenti della storia della Roma ecco un presidente che non ha vinto nulla. Dopo la presidenza più duratura della storia, eccone una che non porta a termine neanche una stagione intera. Italo Foschi però ha il merito di aver pensato la Roma quando ancora non c’era. E di averlo fatto nel modo che ci rende più orgogliosi, ovvero con il nome, i colori e i simboli di Roma. Italo Foschi non è solo il primo presidente della Roma, Italo Foschi è il papà della Roma. Da buon papà non abbandona mai la squadra, nonostante gli impegni professionali lo costringano a rinunciare ad incarichi ufficiali. E Italo Foschi, rimasto tifoso, per la Roma muore, di crepacuore alla notizia di una sconfitta dolorosa mentre si trova sugli spalti del Flaminio per una partita della Lazio nel 1949.
RENATO SACERDOTI
Regista occulto delle manovre, soprattutto finanziarie, che permettono il successo del progetto di fusione che dà vita alla Roma. Quando, dopo pochi mesi di presidenza, Italo Foschi deve lasciare non ha dubbi nell’indicare in Renato Sacerdoti il suo successore. Il banchiere di Testaccio riporta a Roma Fulvio Bernardini, porta a termine il progetto di Campo Testaccio e costruisce una Roma leggendaria che sfiora lo scudetto nel 1930-31. La sua presidenza è la più longeva dopo quella di Franco Sensi e si realizza in due mandati. Infatti Er sor Renato si rimette in gioco quando la squadra scivola in Serie B nel 1951 e riporta la Roma immediatamente nella massima serie. Alle sue gestioni mancano le vittorie ma Renato Sacerdoti è stato un presidente amatissimo dai tifosi, un vero e proprio padre di famiglia per tutto l’ambiente giallorosso. Giuseppe Colalucci, nel suo AS Roma-da Testaccio all’Olimpico (pubblicato nel 1977, in occasione dei primi cinquanta anni di storia giallorossa), così lo definisce: “non si fa torto a nessuno considerando Sacerdoti come il miglior presidente, il più completo, che la società abbia mai avuto”.
GAETANO ANZALONE
Già responsabile del settore giovanile sotto la gestione Marchini, il costruttore Gaetano Anzalone assume la presidenza della Roma appena trentenne nel 1971. Per provare a vincere richiama a Roma Helenio Herrera e affida poi la squadra a Scopigno, autore del miracolo Cagliari. Ma nei suoi otto anni di presidenza non va oltre il terzo posto del 1974-75 con Liedholm in panchina. Subisce l’onta dello scudetto biancoceleste e nella seconda metà degli anni settanta la sua azione perde forza e la Roma diventa Rometta. La sua presidenza è spesso sottovalutata ma va riconsiderata alla luce di indubbi e importanti meriti. L’attenzione di Anzalone per il settore giovanile produce talenti come Rocca, Di Bartolomei e Bruno Conti. La sua visione strategica regala alla Roma il Centro di Trigoria e il Lupetto di Gratton. L’anno prima di lasciare, in lacrime, la Roma a Dino Viola dopo una sofferta salvezza, fa in tempo ad acquistare Roberto Pruzzo. Per tutti questi motivi un pezzo dello scudetto del 1983 è anche di Gaetano Anzalone, tifoso e galantuomo, che inseriamo tra i migliori presidenti della storia della Roma.