Regista occulto delle manovre, soprattutto finanziarie, che permettono il successo del progetto di fusione che dà vita alla Roma. Quando, dopo pochi mesi di presidenza, Italo Foschi deve lasciare non ha dubbi nell’indicare in Renato Sacerdoti il suo successore. Il banchiere di Testaccio riporta a Roma Fulvio Bernardini, porta a termine il progetto di Campo Testaccio e costruisce una Roma leggendaria che sfiora lo scudetto nel 1930-31. La sua presidenza è la più longeva dopo quella di Franco Sensi e si realizza in due mandati. Infatti Er sor Renato si rimette in gioco quando la squadra scivola in Serie B nel 1951 e riporta la Roma immediatamente nella massima serie. Alle sue gestioni mancano le vittorie ma Renato Sacerdoti è stato un presidente amatissimo dai tifosi, un vero e proprio padre di famiglia per tutto l’ambiente giallorosso. Giuseppe Colalucci, nel suo AS Roma-da Testaccio all’Olimpico (pubblicato nel 1977, in occasione dei primi cinquanta anni di storia giallorossa), così lo definisce: “non si fa torto a nessuno considerando Sacerdoti come il miglior presidente, il più completo, che la società abbia mai avuto”.