Il vivaio della Roma degli anni settanta
Gli anni settanta possono essere definiti, senza pericolo di smentita, la stagione d’oro del vivaio della Roma. Il neo-presidente Gaetano Anzalone crede tantissimo nei giovani e per primo conferisce una struttura, non solo tecnica ma anche organizzativa, alle giovanili giallorosse. È così che il vivaio della Roma degli anni settanta colleziona successi prestigiosi e sforna talenti incredibili che diverranno protagonisti delle vittorie degli anni successivi. Riviviamo qui, anno per anno, le vicende che hanno segnato il vivaio della Roma degli anni settanta con un breve prologo su quanto successo negli anni precedenti.
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I Campionati Juniores di inizio anni ’60
La prima edizione del Campionato Primavera, riservato agli Under 19, ha luogo nel 1962-63. Durante gli anni cinquanta i giovani della Roma sono affidati a Renato Del Moro e giocano al Campo Roma. Le competizioni giovanili non sono però molto considerate per via del Campionato Riserve, che garantisce maggior ricambio per la prima squadra, sebbene senza limiti di età. Qualcosa cambia con le ultime tre edizioni del Torneo Ragazzi (gli attuali “Allievi”), che si svolgono sotto il nome di Campionato Juniores tra il 1958 e il 1961. La Roma si aggiudica infatti le ultime due, nel 1960 battendo in finale a Firenze per uno a zero il Venezia con rete di Cataldo Di Virgilio. Questo l’undici schierato per l’occasione dall’ungherese Géza Boldizsár: Ginulfi, Bardelli, Viti, Carpenetti, Gualandri, Murgia, Di Virgilio, De Sisti, Brunelli, Pietrantoni e Fusco. Nel 1961 con Masetti in panchina si bissa il successo superando in finale a Torino per due a uno la Spal con gol di Mujesan e del futuro famer De Sisti. In entrambe le occasioni i ragazzi sono accolti alla Stazione Termini dal presidente Anacleto Gianni, a conferma del grande rilievo attribuito al vivaio dalla Associazione Sportiva Roma.
I Ragazzi campioni regionali nel 1952-53
Prima ancora erano stato i giocatori della categoria “Ragazzi” del 1952-53 a mettersi in mostra vincendo il titolo regionale. Allenati da Renato Bodini e supportati da Giorgio Carpi in veste di dirigente, conquistano il titolo il 28 giugno 1953 battendo la Lazio per tre a zero allo stadio della Rondinella. In questa bellissima foto della Collezione Giorgio Carpi dell’Archivio storico della AS Roma, vediamo la squadra al completo. In piedi da sinistra Giorgio Carpi, il dirigente Carpentieri, Cimpanelli, Mister Bodini, Agnese, Chierichetti, Stefanelli, Morabito, Capitan Guarnacci e uno dei fratelli Donati, entrambi dirigenti. Gli accosciati da sinistra sono Giampiero Betello, Cuppitelli, Leonardi, Molinari e Pistolesi. La fotografia è autografata da tutti i giocatori con dedica a Carpi.

Il nuovo corso di Anzalone per il vivaio della Roma degli anni settanta
Gli anni settanta sono caratterizzati dal neo-presidente Anzalone, già dirigente delle giovanili, che punta forte sul vivaio. Si circonda di dirigenti come il responsabile delle minori Franco Cocco, il segretario e talent scout Camillo Anastasi, il dirigente Massimo De Paolis e l’organizzatore Gilberto Viti, ideatore del Junior Club. A plasmare i talenti in erba ci pensano allenatori come Giorgio Bravi e Orlando Di Nitto coadiuvati da Enrico Della Bernarda e Mister Bruni. E, soprattutto, quell’ Antonio Trebiciani apprezzato dai tempi dell’Ostiense e del Centro San Tarcisio, la realtà voluta dal presidente per aiutare i ragazzi del quartiere. Ma sono determinanti tecnici di prima squadra come Herrera e Liedholm, sempre attenti al vivaio. Negli ultimi anni, a parte Luciano Spinosi e Fausto Landini, si erano affacciati in prima squadra, senza incidere, Angelo Orazi, Luciano Giudo, Bruno Nobili, Giovanni Bertini e Liborio Liguori.
L’edizione 1971-72 del Roma Junior Club
Gli effetti del nuovo corso si vedono già nella stagione 1971-72. E qui è necessaria una breve divagazione al torneo Roma Junior Club, riservato alle scuole superiori della capitale e organizzato da Gilberto Viti. L’edizione del 1972 è vinta dal Liceo Borromini di Piazza Oderico da Pordenone, cuore della Garbatella. La scuola gareggia con il nome “Pordenone” ed il capitano che riceve la coppa da Anzalone è un appena diciassettenne Agostino Di Bartolomei, già arruolato nel vivaio della Roma.
La finale scudetto Primavera 1971-72
Il vivaio della Roma degli anni settanta manda il primo messaggio forte grazie alla Primavera. I ragazzi, allenati dal bravo Tonino Trebiciani, superano nella fase finale del campionato 1971-72 Casertana e Lazio. E si guadagnano la finalissima contro la Juve. Alcuni di loro hanno anche già esordito tra i “grandi”, come Quintini, Rosati, Banella e Pellegrini. Questi gli undici titolari schierati nei due scontri decisivi: Quintini, Peccenini, Sandreani, Rosati, Vichi, Cavalieri, Bertocco, Pellegrini, Banella, Lupi e Rocca. Merotto gioca solo uno spezzone della partita di ritorno a Torino. Che la Juventus si aggiudica, come nella gara di andata disputata all’Olimpico, per due a zero. Decide una doppietta di Maggiora, che ritroveremo curiosamente qualche anno più tardi con la maglia della Roma. Da segnalare che in questa gara di ritorno Trebiciani è affiancato in panchina da Herrera.
Le rinnovate ambizioni della stagione 1972-73
Nella rosa di prima squadra 1972-73 entrano in pianta stabile Franco Peccenini e Stefano Pellegrini. Il primo diventa titolare nella difesa di Helenio Herrera, mentre il secondo è in parte frenato da un infortunio. E rimane, in veste di capitano, nella “nuova” Primavera che, dopo un avvio stentato, ingrana la marcia. A testimonianza della grande fiducia riposta nei ragazzi, il 19 ottobre 1972, a tre giorni dall’inizio del Campionato Primavera, ben cinque di loro (Pellegrini, Peccenini, Vichi, Banella e Rocca) giocano l’amichevole di Ancona vinta dalla prima squadra per otto a due contro l’Anconitana. Durante l’anno debutta in Serie A il diciottenne Di Bartolomei e si affacciano anche Francesco Rocca, ancora in veste di ala tattica, Vichi, Banella, Rosati e il più maturo Ranieri.
La Primavera della Roma vince il primo scudetto
Tra marzo e aprile la Primavera disputa ben quattro gare in tredici giorni vincendone tre. L’8 aprile 1973 è una data da ricordare perché i ragazzi battono all’Olimpico il Cesena per cinque a zero. La partita si disputa prima del pari con la Ternana che comporta l’esonero di Herrera. Al suo posto è promosso Trebiciani e la panchina della Primavera va a Giorgio Bravi. Il gruppo non soffre il cambio di guida, chiude al primo posto e vince poi il girone di semifinale contro Arezzo, Napoli e Casertana guadagnando così la finale scudetto contro l’Atalanta di mister Castagner, Scirea, Bodini e Musiello. Il 17 giugno a Bergamo la Roma ribalta nella ripresa con Di Bartolomei e Pellegrini la rete subita in un sofferto primo tempo. Nel ritorno del 24 giugno 1973, all’Olimpico e davanti a ventimila tifosi, i romanisti si fanno rimontare il doppio vantaggio ottenuto con Di Bartolomei e Banella ma poi stringono i denti e conquistano il primo scudetto per la Roma Primavera.

La difesa del titolo Primavera nel 1973-74
Nella stagione 1973-74 Giorgio Bravi è confermato alla guida della Primavera. Trebiciani è infatti promosso “secondo” del nuovo allenatore di prima squadra Manlio Scopigno. Peccenini, Rocca e Di Bartolomei sono aggregati stabilmente ai grandi ed entrano nel giro delle giovanili azzurre. Lasciano la Primavera anche Pellegrini e Banella. Si affacciano in Primavera Luconi, Sella, D’Aversa e, soprattutto, Bruno Conti. Intanto Vichi è promosso capitano e lo staff dirigenziale è rafforzato dall’arrivo di Giorgio Perinetti. Un ruolo determinante per il vivaio della Roma degli anni settanta è svolto dal pensionato di Via Olivieri a Ostia Lido, gestito dalla Sig.ra Caterina con suo marito. Passano per il pensionato anche Peccenini e Rocca, che vi restano pure una volta arruolati in prima squadra.
Una popolarità crescente per il vivaio della Roma
La Primavera del 1973-74 non sembra in grado di bissare i successi di quella precedente. Pesa il ricambio generazionale e i risultati sono altalenanti. Ma verso metà stagione scocca la scintilla giusta. Dopo l’eliminazione dal torneo di Viareggio ad opera della Fiorentina. Arriva subito l’occasione della vendetta e al Tre Fontane settemila tifosi sostengono i ragazzi contro i viola. La Roma vince tre a zero e si prepara al rush finale di stagione. Con Scudetto e Coppa Italia ancora in ballo. Durante il Viareggio si è messo in luce Gianpiero Colcelli sostituendo Peccenini, bloccato da una bronchite. E Gianluca Luconi inizia a segnare gol a grappoli.
Incredibile accoppiata per il vivaio della Roma degli anni settanta
Il finale di stagione è scoppiettante, gli avversari vengono spazzati via uno dopo l’altro, in campionato così come in Coppa Italia. E arrivano due finali contro Milan e Juventus. Anche grazie agli innesti dei “grandi” Rocca e Di Bartolomei, sono due trionfi. Il 17 giugno 1974 la Roma sconfigge la Juventus nello spareggio di Bologna per 6-5 ai calci di rigori e vince la Coppa Italia. Con i tempi regolamentari terminati 1-1 e con il rigore decisivo siglato da Sellitri. Dopo che la Juventus aveva vinto due a uno la finale di andata a Torino e la Roma si era imposta tre a uno nel ritorno in casa. In campionato c’è ancora meno storia contro il Milan. La Roma vince 4-0 al Flaminio il 22 giugno con reti di Sellitri, Piacenti, Luconi e Di Bartolomei. E si ripete sette giorni più tardi per 4-1 nel ritorno di La Spezia con gol di Luconi, Di Bartolomei e doppio Sellitri. Davanti a 500 tifosi in delirio.
Foto celebrative della stagione 1973-74
Il nuovo ciclo 1974-75
L’ennesima rivoluzione attende Mister Bravi all’inizio della stagione 1974-75. Di Bartolomei, Rocca e Bruno Conti sono sempre più agli ordini di Liedholm. Sono andati in prestito Piacenti, Santolamazza, Cavalieri, Sellitri e Vichi. Dagli allievi salgono Casaroli, Bacci e Sella mentre Azeglio Vicini chiama nella nazionale Juniores D’Aversa e Rossi. Il 1 dicembre 1974 va in scena un doppio derby. I “grandi” battono la Lazio scudettata grazie a De Sisti. Dopo che al Flaminio, davanti a diecimila spettatori, la Primavera ha fatto suo il derby. Dopo tre anni di astinenza e con reti di Di Bartolomei, Luconi e Sella. In mezzo il pari laziale di Manfredonia.

Arriva il bis in Coppa Italia Primavera per il vivaio della Roma
La Roma non riesce a ripetersi in campionato ed il Brescia di Beccalossi si aggiudica lo scudetto. Arriva però un prezioso bis in Coppa Italia, battendo la Fiorentina in un doppio confronto senza storia. I giallorossi vincono per due a zero il 7 giugno 1975 all’Olimpico. E si ripetono per quattro a due al Comunale di Firenze sette giorni più tardi. Nella finale di ritorno Nils Liedholm rimane colpito da Walter Casaroli, che convoca immediatamente per la partita di Coppa Italia della prima squadra del giorno seguente contro il Torino. E lo fa esordire al minuto 78 al posto di Franco Peccenini.

Non solo Primavera
La Primavera è l’apice del settore giovanile, per la sua capacità di fungere da serbatoio della prima squadra. Ma il lavoro svolto dalla società nella prima metà degli anni settanta va molto più in profondità. Vogliamo quindi fare un cenno agli Allievi, che nel 1974-75 raggiungono per la seconda volta di seguito le finali nazionali. E dare il giusto risalto a tecnici meno in vista di quelli della Primavera, ma il cui operato è altrettanto prezioso. Ci riferiamo in particolare al tecnico degli Allievi stessi, Orlando Di Nitto, e al dirigente responsabile Enrico Della Bernarda.
La fine di un ciclo
Con la Coppa Italia 1974-75 si chiude un ciclo irripetibile per il vivaio della Roma. E non soltanto per le vittorie: due scudetti e due Coppe Italia. Il pregio maggiore è infatti aver fatto emergere ben tre futuri componenti della Hall of Fame della società come Rocca, Di Bartolomei e Bruno Conti. Il tutto grazie alla visione di un presidente come Gaetano Anzalone e agli uomini di cui si circonda. Ci riferiamo al responsabile delle minori Franco Cocco e ai tecnici Antonio Trebiciani, Giorgio Bravi, Enrico Della Bernarda, Mario Bruni, Orlando Di Nitto e Franco Trancanelli. Non è da meno, anzi, il segretario Camillo Anastasi, a cui tutti dobbiamo un grande ringraziamento per avere scovato e acquistato i tre famers. Dietro di lui i giovani dirigenti Massimo De Paolis, Giorgio Perinetti e Michele Maglietta e gli accompagnatori Di Tommasi e Arrigo Gagliardi. Chiudiamo con il sovrintendente dei NAGC Romano Scatena, l’addetto alla segreteria Giuseppe Arnaldi e la mitica segretaria Sig.ra Parodi.
La Roma Primavera riparte da Bravi e Cocco
In previsione della stagione 1975-76 la Primavera della Roma si rinnova largamente. I “grandi” Di Bartolomei, D’Aversa e Bruno Conti lasciano la capitale per andare a farsi le ossa a Vicenza i primi due e nel Genoa il tornante di Nettuno. La normale rotazione dovuta a ragioni anagrafiche completa l’opera. Gli elementi di spicco della squadra sono Casaroli, Ugolotti e Sella in attacco, Criscimanni, Borelli e Premici a centrocampo mentre in difesa si mette in mostra Alberto De Rossi (papà di Daniele e futuro allenatore storico della Primavera), giunto dall’Ostia Mare. Tra i pali “sale” dagli Allievi un giovane Fernando Orsi. I punti fermi restano il Presidente delle minori, Franco Cocco, e il tecnico Giorgio Bravi, premiato con il Seminatore d’Oro per il settore giovanile. La stagione si rivela avara di risultati: il cammino in Coppa Italia si ferma in finale allo spareggio contro l’Inter mentre il tricolore che si posa beffardamente sulle maglie laziali.
Ancora un anno di transizione per i giovani giallorossi
La stagione 1976-77 vede l’introduzione dei “fuori quota” nel Campionato Primavera. La Roma decide però di mandare i più grandi a fare esperienza nelle serie minori e di infarcire la rosa della Primavera coi più giovani, alcuni arruolabili anche negli Allievi. La stagione termina a mani vuote: in Coppa Italia è ancora l’Inter a farci fuori, stavolta con il sorteggio, mentre in Campionato non ci si qualifica nemmeno alla fase finale. Sotto la guida di Mister Bravi si mettono in luce i nazionali Juniores Orsi e Ugolotti e la società pensa al futuro acquistando Giovannelli, Scarnecchia e Faccini.
Un altro scudetto per la Roma Primavera degli anni settanta
Che la stagione 1977-78 potesse segnare il ritorno ai successi lo si capisce dalla vittoria nel Trofeo Miceli di inizio anno. Il gioiello della squadra, Guido Ugolotti, è condiviso coi grandi allenati da Giagnoni, con cui segna tre gol nelle prime tre giornate di campionato. Prima di rompersi il perone in amichevole a Lione. La Primavera si conferma serbatoio inesauribile della prima squadra che il 23 ottobre 1977 scende in campo contro il Milan all’Olimpico schierando ben sette romani: accanto ai già collaudati Peccenini, Bruno Conti, Casaroli e Piacenti ci sono infatti, al debutto, Berdini, Paolanti e Scarnecchia. Senza contare gli infortunati Di Bartolomei, De Sisti e Rocca. L’occasione giusta per vincere, e sarebbe la prima volta, pare essere il Torneo di Viareggio ma i giovani giallorossi, ispirati da un grande Paolo Borelli, si fermano in finale al cospetto della Fiorentina. Bisogna attendere soltanto qualche mese per assistere alla vittoria del terzo scudetto degli anni settanta, in finale contro il Bologna (vittoria per tre a uno in trasferta e pari per uno a uno al ritorno all’Olimpico). Nel frattempo il Presidente storico delle minori, Franco Cocco, ha lasciato la Roma per assumere il ruolo di General Manager al Casalotti Pineta, sostituito da Francesco Di Giorgio.
L’ultima Primavera di Gaetano Anzalone
Ennesima rivoluzione per la Primavera giallorossa nella stagione 1978-79. Bravi frequenta il corso da allenatore di Coverciano (poi richiamato per assistere Valcareggi al posto dell’esonerato Giagnoni) e in panchina c’è il ritorno di Trebiciani, dopo diversi campionati trascorsi accanto ai tecnici di prima squadra. Scarnecchia e Ugolotti sono ormai in pianta stabile coi grandi e anche Borelli e Giovannelli gli fanno spesso compagnia. Vengono fatti alcuni acquisti come Walter Allievi e sale dagli allievi il promettente Alberto Faccini. I punti fermi della squadra rimangono Orsi, Pini, Mannarelli e Ciarlantini. Il bis nel Trofeo Miceli illude tutti perché poi la Roma Primavera esce dalla Coppa Italia e anche in Campionato non va avanti. Rimane ancora un tabù il Torneo di Viareggio con la sconfitta ai calci di rigore contro la Pistoiese. Va ancora peggio alla prima squadra che lotta fino alla fine per non retrocedere e vede il Presidente Anzalone rassegnare le dimissioni a fine anno per lasciare posto a Dino Viola e alla Roma degli anni ottanta.
La rivoluzione di Dino Viola
L’estate del 1979 porta grandi cambiamenti in casa Roma. Anzalone, prima di lasciare il timone a Viola, inaugura a fine luglio il centro sportivo di Trigoria. Le novità non risparmiano le giovanili, a cominciare dal pensionato, che si trasferisce da Ostia al nuovo centro di Trigoria sotto lo sguardo attento del guardiano Remo Cintio. Saluta Francesco Di Giorgio, negli ultimi anni responsabile dell’intero settore giovanile e sostituito da Luciano Tessari. Stessa sorte per tutti i tecnici e per i dirigenti accompagnatori come De Tommasi e Maglietta. Ritroviamo Giorgio Rossi massaggiatore della Primavera mentre anche tra i ragazzi avviene un ricambio generazionale. Per la panchina della Primavera si pensa inizialmente ad una conferma di Giorgio Bravi che però torna a Coverciano per terminare il Supercorso e la scelta ricade su Saul Malatrasi, ex giocatore di Roma, Inter e Milan e già tecnico della federazione nazionale. Quella 1979-80 è una stagione di transizione, con la squadra che non si qualifica alla fase finale del Campionato, non va avanti in Coppa Italia e non partecipa neppure alla Coppa Carnevale di Viareggio.
Ringraziamenti
Per la ricostruzione di questi anni incredibili per il vivaio della Roma un sentito ringraziamento va ai siti asromaultras.org, questamagliastorica.it e, soprattutto, giallorossi.info. È grazie al prezioso lavoro di digitalizzazione della rivista Giallorossi che siamo riusciti a ripercorrere passo dopo passo le gesta dei ragazzi del vivaio della Roma degli anni settanta. Per rivivere un glorioso tratto della nostra storia che non poteva passare sotto traccia o essere raccontato in modo frammentario. Una menzione particolare per gli scatti del grande fotografo Roberto Tedeschi, che hanno documentato la maggior parte di questi momenti, e per il lavoro del giornalista Mimmo Ferretti, al seguito dei giovani della Roma per la rivista Giallorossi. Un posto speciale nel nostro cuore lo teniamo per il campo Tre Fontane, che ha ospitato le gesta di tanti giovani ragazzi in maglia giallorossa oltre che dei Campioni d’Italia 1983.