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RENATO SACERDOTI

Renato Sacerdoti

DATI ANAGRAFICI DI SACERDOTI

Nasce a Roma

Nasce il 20/10/1891

Muore a Roma

Muore il 13/10/1971

STATISTICHE CON LA ROMA

Stagioni: 12 (1928-1935 e 1953-1958)

Periodo: 29.03.1928 – 3.6.1935 e 31.5.1953-12.3.1958

Titoli: Coppa Coni 1928

Renato Sacerdoti nasce da papà Dino e da mamma Elvira Finzi. Di origini ebraiche, frequenta il Collegio Militare, dove apprende il rispetto per l’autorità, ma il suo carattere si forgia sul campo di battaglia. Il giovane Renato prende infatti parte alla Grande Guerra, combattendo vicino al Piave e nelle valli della Col di Lana. Un proiettile gli rimane incastonato nel miocardio a ricordo del conflitto bellico mondiale. Torna a Roma a ventisette anni e, grazie alla sua furbizia e all’innato carisma, si fa rapidamente strada nel mondo degli affari.

Renato Sacerdoti è decisivo per la nascita della Roma

Quando la Lazio si defila dal progetto di fusione pensato da Italo Foschi per dare vita alla Roma, quest’ultimo ha già pronto il piano che prevede il coinvolgimento del Football Club di Roma, il Roman. Ed è qui che Renato Sacerdoti, dirigente della ricca società espressione della borghesia romana, assume un ruolo fondamentale. È infatti il suo Banco Sacerdoti a coprire i debiti delle società partecipanti alla fusione con un prestito di mezzo milione di lire. Il banchiere di Testaccio intercede per un ulteriore prestito da parte del Banco Crostarosa, dei fratelli Piero e Giorgio che conferiscono la sede di Via degli Uffici del Vicario 35. Sacerdoti coinvolge poi nell’operazione altri operatori di borsa, rampolli di famiglie ebraiche del Portico d’Ottavia. Il 22 luglio 1927 Renato Sacerdoti è nominato nella Commissione Finanza della neonata Associazione Sportiva Roma.

Il primo ciclo di Sacerdoti presidente della Roma

Nel marzo del 1928 Italo Foschi, trasferito a La Spezia, è costretto a lasciare la presidenza dei giallorossi e non ha dubbi sulla designazione del suo erede. Così il 29 marzo 1928 Renato Sacerdoti diventa presidente della Roma. Il suo ciclo inizia con la vittoria della Coppa Coni contro il Modena. Il banchiere di Testaccio regala ai tifosi il ritorno a Roma di Bernardini e gli acquisti di altri due campioni come Volk e Masetti. E, soprattutto, porta avanti il progetto di costruzione di Campo Testaccio, dove diventa presidente di una Roma leggendaria ed è osannato dai tifosi per i quali è semplicemente Er Sor Renato. Sul campo la squadra lotta per lo scudetto nel 1930-31 ed è stabilmente nelle zone alte della classifica. Le polemiche per la cessione di Ferraris IV alla Lazio e il clima pesante intorno alla comunità ebraica costringono Sacerdoti a lasciare la carica di presidente il 3 giugno 1935.

La Roma con la Coppa Coni
Sacerdoti, secondo in piedi da destra, con la Coppa Coni 1928 in occasione della premiazione del 24.02.1929

Renato Sacerdoti costretto all’esilio

Una breve parentesi merita di essere dedicata alle vicende di Sacerdoti dopo le dimissioni da presidente della Roma. Nonostante sia infatti un fascista della prima ora e abbia preso parte attiva alla Marcia su Roma, il brutto clima che aleggia sulla comunità ebraica non risparmia Renato Sacerdoti. Dopo l’estate del 1935 la stampa accusa Sacerdoti di traffico illecito di denaro nell’ambito della fuga dei tre oriundi dalla Roma. Questo reato gli è di nuovo attribuito nel 1938, dopo che Renato Sacerdoti si era convertito al cattolicesimo, e stavolta comporta una condanna a cinque anni di confino. Le Leggi Razziali fanno il resto e dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 Sacerdoti si salva rifugiandosi dai frati nella chiesa di San Pietro in Montorio al Gianicolo, vestendo gli abiti talari e facendo vita di povertà e sacrificio. Per una ricostruzione di questo periodo consigliamo la lettura del libro Presidenti di Adam Smulevich.

Sacerdoti sul Popolo d'Italia
Il Popolo d'Italia, fondato da Mussolini, sui presunti reati di Sacerdoti
Sacerdoti su Il Corriere della Sera
La notizia su Il Corriere della Sera

Sacerdoti torna alla guida della Roma

Con la fine della guerra inizia un faticoso periodo di riabilitazione per Sacerdoti che tocca anche la sua grande passione giallorossa. Sul finire degli anni quaranta intenta una causa, e la vince, insieme ad altri soci vitalizi contro la società per rientrare nei suoi quadri. Così nel giugno del 1949 assume la carica di consigliere e, quando nella stagione 1950-51 la Roma è avviata alla sua prima retrocessione, Renato Sacerdoti torna ai vertici della società a furor di popolo. A volerlo, tra gli altri, un giovane ma già influente Giulio Andreotti. Il 22 marzo 1951 il presidente Pier Carlo Restagno, preso dagli impegni da Senatore, nomina Sacerdoti a Commissario Speciale per risolvere la crisi societaria. Il 6 luglio 1951 il buon Renato diventa presidente della sezione Calcio e conduce la Roma alla immediata risalita in Serie A l’anno successivo. Il 31 maggio 1953, dopo pochi mesi di presidenza Vaselli, durante una storica Assemblea dei soci che si tiene presso il Teatro Sistina Sacerdoti è di nuovo nominato presidente della Roma e annuncia il grande acquisto di Alcides Ghiggia.

Sacerdoti portato in trionfo dai giocatori
Sacerdoti portato in trionfo dopo il pari di Verona che vale la promozione in A
Sacerdoti e Ghiggia
Un sorridente Sacerdoti accoglie a Roma Alcides Ghiggia (Archivio AS Roma)

Il secondo ciclo di Sacerdoti presidente della Roma

Oltre all’acquisto di Ghiggia con cui fa sognare i tifosi, la ricostruzione tecnica della Roma continua con gli innesti di Nyers, Dino Da Costa, Venturi e un giovane Giacomo Losi. I risultati però non vanno oltre il terzo posto del campionato 1954-55 ottenuto sotto la guida di Jesse Carver. Anzi, nella stagione 1956-57 la Roma lotta addirittura per la retrocessione e si salva per soli due punti con Sacerdoti che deve affrontare i malumori della piazza. Va meglio in termini di organizzazione societaria con l’introduzione della Tessera Vitalizia, una sorta di azionariato popolare che stimola la formazione dei primi circoli di tifosi, e con la trasformazione in Polisportiva attraverso l’integrazione delle sezioni rugby, basket, atletica leggera, nuoto e pallanuoto. Anche a causa di sopraggiunti problemi di salute agli occhi Renato Sacerdoti lascia la presidenza della Roma nel marzo del 1958 non riconoscendosi più in un calcio sempre più lontano da quello dell’età dei pionieri. Resta nei quadri dirigenziali fino al 1967 e muore a Roma il 13 ottobre 1971.

Il funerale di Sacerdoti
Masetti e altri ex giallorossi portano un cuscino di fiori al funerale di Renato Sacerdoti

Ascolta la voce originale di Renato Sacerdoti in questa incredibile testimonianza dell’epoca!

Vorrei vivere abbastanza per poter vedere la Roma vincere un altro scudetto

Curiosità su Renato Sacerdoti

  • L’ultima strofa dell’inno di Campo Testaccio è dedicata a Sacerdoti: “Finché Sacerdoti ce sta accanto, porteremo sempre er vanto, Roma nostra brillerà”;
  • Il 25 marzo 1927 Renato Sacerdoti, non ancora presidente, accoglie nella sede della Roma la delegazione della nazionale ungherese. I fortissimi magiari arrivano nella capitale per la sfida di Coppa Internazionale contro gli azzurri di Vittorio Pozzo, che riescono nell’impresa di vincere per quattro a tre;
  • Durante il periodo del confino a Ventotene, Sacerdoti si rifugia in un capannone di lamiere insieme, tra gli altri, a Sandro Pertini, con il quale gioca spesso a carte;
  • Negli anni dell’esilio, Sacerdoti scrive diverse lettere a Mussolini rivendicando una completa e indiscutibile adesione al fascismo e quindi la sua estraneità ai fatti oggetto delle accuse. Lo stesso fanno i suoi familiari ma nessuno riceve alcuna risposta;
  • Un Sacerdoti deluso dallo sviluppo del calcio moderno e alle prese con dissidi interni e ambientali rassegna le dimissioni nell’estate 1952 (da presidente della sezione Calcio) e poi nel novembre 1955. In entrambi i casi le dimissioni sono respinte e Sacerdoti rimane alla guida della società;
  • Tra le tante iniziative lanciate da Sacerdoti ricordiamo la Befana della Roma. In questa occasione la Roma ospita i ragazzi poveri della città e offre loro un pasto e dei doni;
  • Con tredici anni di presidenza Renato Sacerdoti è il secondo presidente più longevo della storia della Roma dopo Franco Sensi;
  • Lasciata definitivamente la Roma, Sacerdoti si dedica alla sua passione per l’enologia. Si lega al marchio storico del Lazio, Fontana Candida, e brevetta una nuova bottiglia con retina d’oro, la celebre “frascatana”. Grazie a questo contenitore il vino, che prima si vendeva sfuso, conquista il mercato italiano e internazionale;
  •  Il 2 agosto 2011 il Comune di Roma ratifica la delibera con cui intesta a Renato Sacerdoti una strada nei pressi del centro sportivo di Trigoria.