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Giuseppe Giannini – la biografia

I primi calci di Giuseppe Giannini

Giuseppe Giannini nasce a Roma il 20 agosto 1964 nel quartiere Trieste. All’età di tre anni si trasferisce con la famiglia a Frattocchie, quartiere situato nel comune di Marino e che non lascerà più. Dà i primi calci al pallone nella parrocchia di San Giuseppe e poi nel Santa Maria delle Mole. Il talento è evidente e Giannini approda giovanissimo all’Almas Roma su segnalazione di Luciano Tessari, ex portiere della Roma e vice-allenatore di Nils Liedholm. All’epoca la società di Via Demetriade è una fucina di giovani campioni e Giannini può crescere sotto lo sguardo attento di due altri ex giallorossi:  Naim Krieziu, Campione d’Italia con la Roma nel 1942, e Amos Cardarelli. Giuseppe a quattordici anni è uno dei migliori prospetti nazionali e su di lui mettono gli occhi il Milan e la Lazio. I rossoneri lo convocano a Milanello per un provino durante il quale Giannini incanta Rivera e Italo Galbiati, futuro storico vice di Fabio Capello. Rivera gli regala una maglia del Milan numero dieci e il trasferimento sembra cosa fatta, anche se Luciano Moggi, all’epoca dirigente della Lazio, contatta la famiglia e gli prospetta un futuro da professionista rimanendo in città. La trattativa con il Milan subisce però un rallentamento e, nel frattempo, Luciano Moggi lascia la Lazio. Giorgio Perinetti, responsabile del settore giovanile della Roma, approfitta di questa situazione e convince il Presidente Dino Viola a staccare un assegno da quaranta milioni di lire, una enormità per quei tempi. Siamo nel 1980 e il sedicenne Giannini, tifosissimo della Roma, corona il sogno di giocare per la squadra del suo cuore. E nasce una favola tra le più belle della storia della Roma.

Un Giuseppe Giannini giovanissimo
Un Giuseppe Giannini giovanissimo
Giannini tifoso con Baldieri
Giannini tifoso con Baldieri

Giannini brucia le tappe e arriva l’esordio in A

Quando Giannini approda alla Roma c’è già il Barone Liedholm in panchina e questa è la sua fortuna. Il mister svedese predilige calciatori tecnici e ama insistere sui fondamentali anche con i ragazzi più esperti. Nils rimane impressionato dall’eleganza e dal tocco di palla di Giannini ed è intenzionato a dargli presto una chance. Siamo nel vivo del campionato 1981-1982, stagione anonima in mezzo a quella del gol di Turone e quella trionfante del tricolore. Il 31 gennaio 1982 si gioca Roma-Cesena e la formazione è largamente rimaneggiata per via dei molti infortuni. E’ il minuto 56 quando Giannini fa il suo esordio in Serie A all’Olimpico sostituendo Scarnecchia. Purtroppo non si tratta di un esordio fortunato perché proprio da una incomprensione sulla trequarti tra Giuseppe e Falcao scaturisce il gol vittoria del Cesena che porta la firma del romano e romanista Genzano. Per Giannini si tratta comunque di un “battesimo” indimenticabile: la prima gara di Serie A all’Olimpico con la maglia della “sua” Roma a soli 17 anni e 5 mesi.

Giuseppe Giannini fa il suo esordio in Serie A
Giannini sta per fare l'esordio in Serie A
Il Corriere dello Sport commenta Roma-Cesena
Il Corriere dello Sport commenta così Roma-Cesena

Giuseppe Giannini riparte dalla Primavera

La stampa commenta lo sfortunato esordio con il Cesena sottolineando il malinteso con Falcao che Ezio Luzzi, in radiocronaca, aveva già definito “pasticciaccio”. Liedholm capisce che deve proteggere il talento di Giuseppe Giannini per non vederlo andare in fumo. E’ una decisione fondamentale per la crescita di Giuseppe anche se molto dolorosa. Perché la Roma acquista prima Valigi e poi Strukelj per il ruolo di vice Falcao e il giovane centrocampista vive soltanto di riflesso i trionfi delle due stagioni successive. Giannini rivede infatti la prima squadra in occasione degli ottavi di finale della Coppa Italia 1982-1983, per due scampoli di partita contro l’Avellino. La chiamata della Nazionale Giovanile lo priva della presenza promessa da Liedholm nella festa scudetto contro il Torino. Nell’anno successivo ancora due presenze, sul finire di campionato e sempre da subentrante, di nuovo ad Avellino e all’Olimpico per l’ultima in casa contro il Verona. Oltre alla gara di ottavi di Coppa Italia contro la Reggiana e trenta minuti conclusivi della finale (vinta) della stessa competizione del 26 giugno 1984. L’esperienza con la Primavera è però vincente perché frutta il successo nel prestigioso Torneo di Viareggio, edizione 1983, e lo scudetto 1984. Agli ordini di Mister Benetti e in un gruppo che vede, tra gli altri, Desideri, Di Mauro, Righetti, Di Carlo, Tovalieri, Lucci, Di Livio e Baldieri.

Giannini festeggia il Viareggio 1983
Giannini, al centro, festeggia con i compagni la vittoria al Viareggio 1983
La Roma Primavera Campione d'Italia 1983-84
La Primavera Campione d'Italia 1983-84. Giannini è il secondo in alto da sinistra
Giannini festeggia Coppa Italia 1984
Nel giro di campo dopo la vittoria della Coppa Italia 1984

Con la Roma di Eriksson inizia la favola del Principe

Dopo la falsa partenza del 1981 il percorso di Giannini con la prima squadra riprende con la stagione 1984-85. Hanno lasciato Liedholm e Di Bartolomei e in panchina è stato chiamato Sven Goran Eriksson che professa una zona dinamica e trame di gioco fatte di rapidità. La rosa è stata puntellata con diversi giovani rientranti da prestiti e qualche calciatore più esperto. In questo scenario c’è molto spazio per Giannini e a settembre arriva l’esordio in Coppa delle Coppe contro la Steaua Bucarest. Alla vigilia di Juve-Roma del 28 ottobre avviene il passaggio di consegne con Falcao, sempre più fuori dal nuovo progetto tecnico per motivi fisici. Il brasiliano informa Giuseppe, sull’aereo per Torino, della sua indisponibilità e gli comunica che toccherà a lui sostituirlo. E al trentesimo minuto è proprio Giannini, con il suo primo gol in Serie A, a fissare la gara sul pareggio. La Roma chiude il campionato con un deludente settimo posto, ma Giuseppe è ormai titolare ed è per tutti il Principe, grazie al soprannome coniato da Odoacre Chierico. L’anno successivo, senza più Falcao, è quello della clamorosa rimonta alla Juventus. La Roma è protagonista di una cavalcata entusiasmante che si infrange, insieme al sogno scudetto, contro il già retrocesso Lecce. Per il Principe arriva la seconda Coppa Italia contro la Sampdoria. Il campionato 1986-87 segna invece la fine del ciclo di Eriksson, che si dimette a due giornate dalla fine. Ad impreziosire la stagione di Giuseppe Giannini, già campione d’Europa con l’under 16 e protagonista in Under 21, arriva il debutto in Nazionale A il 6 dicembre 1986 contro Malta a La Valletta, in una gara valida per le qualificazioni ad Euro 1988 (intervista su La Repubblica prima dell’esordio)

Giannini debutta in Nazionale
Giannini nel giorno del suo debutto in Nazionale
Giannini festeggia la Coppa Italia 1986
Giannini festeggia la Coppa Italia 1986

Giuseppe Giannini ritrova Liedholm e si scopre goleador

Dino Viola si affida di nuovo al carisma di Nils Liedholm per ricostruire la Roma del dopo Eriksson. Il Barone questa volta può contare su un Giuseppe Giannini già campione affermato e ne esalta le doti di goleador. La Roma ottiene un ottimo terzo posto e il Principe realizza undici reti, raggiungendo la terza posizione nella classifica marcatori dietro Maradona e Careca. Nel privato arriva il matrimonio con Serena, da cui avrà le figlie Francesca e Beatrice. In Nazionale è diventato un punto fermo e disputa gli Europei in Olanda, con l’Italia eliminata in semifinale dall’URSS. L’anno dopo arrivano Andrade e Renato, tra gli altri, ma la squadra non riesce a ripetersi. Salta addirittura Liedholm, sostituito da Spinosi ma poi richiamato in fretta e furia per evitare guai peggiori. Ci vuole tutta l’esperienza di Nils per condurre la Roma fino allo spareggio per un posto Uefa, gara che sarà però persa a causa di un gol di Pruzzo, andato nel frattempo a chiudere la carriera nella Fiorentina. Parallelamente a quella di Giuseppe in campo, va avanti anche la carriera dirigenziale di papà Ermenegildo, che sarà tra gli scopritori di Francesco Totti.

Giannini dopo un gol a Napoli
Giannini esulta dopo il gol a Napoli nel 1987-88
Il Principe sotto la Sud dopo un gol all'Inter
Il Principe sotto la Sud dopo un gol all'Inter
La gioia di Giannini dopo un gol
La gioia di Giannini dopo la doppietta alla Fiorentina
La formazione dell'Italia contro la Spagna ad Euro 88
Giannini nella formazione degli azzurri che affronta la Spagna a Euro 88

Un principe guerriero per la Roma del Flaminio

L’ennesima rivoluzione di Dino Viola si chiama Ottavio Bianchi, reduce dal trionfo di Napoli. Problemi contrattuali costringono però a rimandare di un anno l’arrivo del tecnico bresciano sulla panchina della Roma e allora Viola offre un contratto di una sola stagione a Gigi Radice. E’ l’anno che precede i Mondiali nostrani e l’Olimpico che si rinnova obbliga la Roma a giocare allo stadio Flaminio. Giannini, dopo un inizio stentato come quello di tutta la squadra, è il degno capitano di una Roma tutta grinta che, giocando con il cuore, sopperisce a qualche limite tecnico e fa innamorare i tifosi. E che sarà ricordata come “la Roma del Flaminio“. Il piccolo stadio romano diventa presto un “fortino” insuperabile e qui la Roma non è mai doma. Come nel derby di andata, quando proprio Giuseppe Giannini sigla la rete del pari a pochi minuti dal termine. Il campionato si chiude con un buon sesto posto che vale l’ingresso in Coppa Uefa. Arrivano i Mondiali e Roma si trasforma in una bandiera per incoraggiare un suo figlio che diventa grande. La Nazionale fa base a Marino, a pochi chilometri da casa Giannini, che ogni giorno fa un vero e proprio bagno d’amore. In campo le cose vanno bene con Giuseppe che decide una delle prime gare contro gli USA all’Olimpico. Purtroppo anche questo sogno svanisce dopo essersi fatto accarezzare, con la sconfitta ai rigori in semifinale contro l’Argentina senza aver perso neanche una partita. Delusione questa che non sarà mitigata dalla vittoria nella finalina per il terzo posto contro l’Inghilterra a Bari.

Giannini contrastato da Perdomo
Giannini contrastato da Perdomo in Genoa-Roma
Giannini esulta dopo il pari nel derby del 19.11.1989
Giannini esulta dopo il pari nel derby del 19.11.1989
Giannini dopo un gol in Nazionale
Giuseppe Giannini dopo il gol vittoria contro gli USA a Italia 90

Con Ottavio Bianchi un biennio tormentato

Dopo i mondiali può finalmente iniziare, con grandi aspettative e nell’Olimpico rinnovato, l’era Bianchi. La strada si fa però subito in salita a causa dei seri problemi di salute del Presidente Viola, che il 19 gennaio 1991 ci lascia. Ci vuole tutta l’autorità di Ottavio Bianchi per tenere le redini del gruppo e salvare la stagione con ben due finali. Prima quella Uefa, persa contro l’Inter ad un palo dai supplementari nella finale di ritorno, e dopo quella di Coppa Italia, vinta a Genova contro la Sampdoria. Qui Giuseppe Giannini alza la sua terza Coppa Italia, con donna Flora in campo ma una Roma che è già di Ciarrapico. Durante il secondo anno di Bianchi, l’andamento della squadra è altalenante e l’assenza di risultati fa emergere i contrasti tra l’ambiente romano e il mister. I tifosi avrebbero voluto la conferma di Gigi Radice e il carattere freddo e schivo di Bianchi non lo aiuta a farsi amare. Questo stato di cose si riflette anche nel rapporto con Giannini, con Giuseppe che accusa pubblicamente l’allenatore di slealtà e scorrettezza ed il mister che, conseguentemente, arriva a degradare il Principe affidando la fascia di capitano a Rudi Voeller. Siamo a metà stagione e la frattura tra Bianchi e la Roma diventa insanabile. Nonostante la squadra riesca comunque a ottenere un piazzamento Uefa. Da registrare il cambio di panchina in Nazionale, con la nomina di Arrigo Sacchi. Una delle prime mosse del tecnico di Fusignano è quella di far fuori proprio Giannini, il più fedele a Vicini tra i ragazzi del vecchio corso. Dopo 49 presenze condite da 6 gol.

Giannini rende omaggio a Dino Viola
Giannini e Nela rendono omaggio a Dino Viola prima di Roma-Pisa
Giannini alza la Coppa Italia 1991
Giannini alza la Coppa Italia 1991

Boskov rimette Giuseppe Giannini al centro

Per il dopo Bianchi, Ciarrapico sceglie Vujadin Boskov. L’esperto tecnico slavo viene dal recente successo con la Sampdoria, è un abile gestore di campioni e mette Giannini al centro del suo progetto tecnico. La squadra ottiene uno scialbo decimo posto ma Giuseppe sembra rinato, realizza 9 reti e si conferma miglior marcatore giallorosso. Tra queste spiccano il gol del vantaggio nel derby di andata, poi pareggiato da Gascoigne, e il terzo gol nel 4 a 1 casalingo contro l’Inter. A fine stagione arriva anche l’ennesima finale di Coppa Italia, contro il Torino. La Roma perde nettamente la gara di andata ma, quando tutto sembra compromesso, per poco non si compie il miracolo al ritorno. Ottiene infatti una incredibile, quanto purtroppo inutile, vittoria per 5 a 2, con Giannini che realizza una tripletta dal dischetto e si vede respingere dal palo, a pochi minuti dalla fine, il tiro che varrebbe una clamorosa rimonta. La stagione passa alla storia, forse soprattutto, per l’esordio in A di Francesco Totti, il 28 marzo 1993 a Brescia.

Giannini in gol contro la Lazio il 29.11.1992
Giannini porta in vantaggio la Roma nel derby di andata 1992-93
Giannini esulta togliendosi la maglia dopo un gol all'Inter
La gioia di Giannini dopo il terzo gol all'Inter nella vittoria casalinga
Giannini si dispera dopo il palo di Roma-Torino
Un Giannini disperato nella finale di Coppa Italia

Mazzone e Giannini parlano la stessa lingua

È la prima Roma di Franco Sensi quella che si appresta a disputare la stagione 1993-94. Il neo Presidente giallorosso decide di dare a Carletto Mazzone l’occasione della vita affidandogli la panchina della Roma. Il tecnico testaccino entra subito in sintonia con Giuseppe Giannini, a cui consegna le chiavi del centrocampo arretrandogli di qualche metro il raggio di azione. I risultati sono però deludenti con la Roma che arriva settima dopo aver sfiorato la zona retrocessione. La stagione di Giannini si caratterizza per un rigore sbagliato nel derby del 6 marzo 1994, con pesanti ripercussioni nel rapporto con Sensi, e per il gol salvezza di Foggia di due settimane dopo. La seconda Roma di Mazzone ci regala una insperata quanto memorabile vittoria per 3 a 0 nel derby di andata contro la Lazio di Zeman. E ci lascia negli occhi l‘immagine di Giannini portato in trionfo sulle spalle dei compagni sotto la Sud. La terza stagione di Mazzone, 1995-96, è invece l’ultima di Giannini con la maglia della Roma e Giuseppe vede svanire l’ennesimo sogno. Stavolta il risveglio ha le sembianze di un gol di Vavra nei tempi supplementari, che rende vana la rete di Giannini ed elimina la Roma dalla Coppa Uefa con il suo Slavia Praga. Il Principe gioca la sua ultima gara il 5 maggio 1996, fornendo una suntuosa prestazione a Firenze fatta di assist ma anche di un ingrato cartellino giallo che non gli consente di salutare i tifosi all’Olimpico. Dopo 437 gare e 75 reti.

La Stampa del 7 marzo 1994
L'attacco di Sensi a Giannini su La Stampa del 7 marzo 1994
Giannini dopo il gol di Foggia del 20 marzo 1994
I compagni soffocano d'amore Giannini dopo il pari di Foggia
Giannini in trionfo sotto la Sud dopo il derby del 29.11.1994
Giannini con Cappioli e Giorgio Rossi dopo il 3 a 0 alla Lazio
Giannini esulta sotto la Sud contro lo Slavia Praga
Giannini, con Totti, pazzo di gioia sotto la Sud dopo il gol allo Slavia Praga

Giuseppe Giannini capitano in esilio

Nonostante la forte delusione per come si sia chiuso il rapporto con la sua Roma, Giannini si dimostra romanista fino in fondo e capitano anche in esilio. Dapprima scegliendo l’anonimato del campionato austriaco alle lusinghe dei forti club del nord. E poi facendo un gesto unico che racconta meglio di tante parole il suo amore per la Roma. Giannini si presenta infatti alla presentazione con lo Sturm Graz con la sciarpa della Roma al collo. Dopo la parentesi austriaca Giuseppe fa ritorno in Italia, passando per Napoli e Lecce. Prima di giocare una partita di addio al calcio per certi versi surreale e che è in parte la fotografia del rapporto di Giannini con la Roma. Quella che doveva essere una festa si svolge il 17 maggio 2000, in un clima di ostilità nei confronti della società per via della vittoria dello scudetto da parte della Lazio avvenuta pochi giorni prima. Alcuni tifosi colgono l’occasione per fare una invasione di campo che costringerà gli organizzatori a sospendere l’evento. Sarà proprio Giuseppe, in lacrime e sostenuto da Bruno Conti e Francesco Totti, ad annunciarlo dal centro del campo. Più tardi, in mezzo alla Sud e confezionata con lettere strappate da altri striscioni, apparirà la scritta “SCUSA”. Perché i tifosi della Roma hanno sempre visto in Giannini un amico, un tifoso come loro, e gli hanno voluto bene, come a pochi altri.

Giannini alla presentazione con lo Sturm Graz
Giannini nel giorno della presentazione con lo Sturm Graz
Giannini abbracciato da Totti e Bruno Conti
Giannini in lacrime il giorno del suo addio al calcio

Giuseppe Giannini nel 2013 entra nella Hall of Fame della Roma

“È un riconoscimento che mi lusinga e che accetto con grande entusiasmo. Sono davvero orgoglioso. Desidero ringraziare chi mi ha votato e considerato, questa è una delle cose più belle che mi siano successe. Con la Roma ho vissuto sempre tutto a cento all’ora. I momenti belli e quelli meno positivi, il gol al Foggia come il rigore sbagliato nel derby: momenti attraversati innanzitutto da tifoso, non soltanto da calciatore. Per me la Roma è sempre stata più una questione di cuore che di professione”.