Paulo Roberto Falcao – la biografia
Alle origini di una leggenda
Paulo Roberto Falcao nasce ad Abelardo Luz il 16 ottobre 1953. Siamo nella microregione di Xanxerê dello Stato di Santa Catarina, nel Brasile del Sud. Trascorre infanzia e adolescenza a Niteroi, Canoas, nel Rio Grande do Sul, in due case diverse sempre sulla stessa Rua Capistrano de Abreu. Prima al numero 142 e poi al 368. Cresce in una famiglia modesta ma sana con il papà camionista e mamma Azise che confeziona camicie. Paulo Roberto ha una sorella e un fratello più grandi e le sue giornate si dividono tra la scuola e il pallone, al pomeriggio su strade non asfaltate e nel fine settimana nel campetto del rione. Dove accorrono in tanti per guardare dal vivo “il biondino” che gioca a testa alta e di cui si dice un gran bene.
Falcao passa allo Sport Club Internacional
La fama di Falcao, pur se ancora ragazzino, corre veloce lungo i pochi chilometri che separano Niteroi, Canoas da Porto Alegre, fino ai dirigenti dell’Internacional. Paulo Roberto entra così nelle giovanili dei biancorossi per la gioia di tutta la famiglia. Papà Bento è un gran tifoso e lo porta spesso a vedere le partite dell’Inter. Per andare agli allenamenti, o comprarsi la merenda, il giovanotto vende vetro usato oppure caramelle in un cinema. Il sogno di diventare professionista vale ogni sacrificio. E Falcao capisce che può avverarsi quando la nazionale lo convoca per il Torneo Internazionale di Cannes 1972, una sorta di Mondiale Under 20. E poi per le Olimpiadi di Monaco che hanno luogo nell’allora Germania Ovest a fine estate del 1972.
Gli anni d’oro dell’Internacional
Per il “piccolo angelo” si aprono le porte della prima squadra con mister Dino Sani, ex compagno di Liedholm nel Milan, che gli affida il centrocampo. Grazie soprattutto all’intelligenza e alla classe di Falcao, l’Internacional vince tra il 1973 e il 1979 cinque Gaucho e tre Brasileiro (campionato mai vinto prima). Il centrocampista si aggiudica poi due Bola de Ouro (nel 1978 e 1979), il prestigioso premio annuale conferito dalla rivista Placar al miglior calciatore del campionato brasiliano. Il numero cinque fornisce assist e realizza diversi gol tra cui quello del due a uno con l’Atletico Mineiro nella semifinale del 1976 e la doppietta con cui stende il Palmeiras in quella del 1979. Con la nazionale gioca le qualificazioni ai Mondiali di Argentina 1978 ma poi l’allenatore Coutinho, con una scelta incomprensibile, lo lascia a casa.
Falcao e “os imortais” in tournée in Italia
Facciamo ora un passo indietro nel 1975. Mentre l’Internacional sta scrivendo la storia del calcio brasiliano, “gli immortali” disputano una tournée europea e passano per l’Italia. Guidati da Rubens Francisco Minelli, sbarcano in Europa il 20 febbraio e ripartono, da imbattuti, il 31 marzo. I brasiliani debuttano battendo in Belgio l’Ostenda e salutano con le vittorie contro Besiktas e Fenerbahce. In mezzo vittorie e pareggi in Germania e Inghilterra e, soprattutto, otto gare disputate in Italia di cui ben cinque in Sardegna oltre a quelle di Cesena, Pescara e Benevento. Anche se il clima è da amichevoli di fine stagione, tutti si rendono conto che Falcao è un giocatore di categoria superiore e se ne ricorderanno quando si trasferirà da noi. Più di tutti lo farà Oreste Lamagni, all’epoca nella Torres e che poi lo affronterà più volte da avversario una volta passato al Cagliari.
Falcao è lo straniero scelto dalla Roma nel 1980
Nel 1980 riaprono, dopo quindici anni, le frontiere del calciomercato. La Roma sogna in grande e va sul fuoriclasse brasiliano Zico, protagonista al mondiale del 1978. La trattativa con il Flamengo però non decolla e cresce la confusione per via di un articolo del Guerin Sportivo che fa indossare la maglia della Roma ad un altro verdeoro, Socrates. Il 28 luglio arriva a sorpresa la notizia dell’accordo tra la Roma e Paulo Roberto Falcao. Si tratta di uno dei più forti giocatori del campionato brasiliano ma la sua notorietà all’estero è pressoché nulla per la mancata presenza al mondiale di Argentina. Nonostante questo a Fiumicino il 10 agosto ci sono più di cinquemila persone ad accoglierlo come un re. E il bagno di folla si ripete venti giorni dopo quando Falcao scende in campo per la prima volta con la Roma nell’amichevole contro la sua ex squadra, conosciuta in Italia come International di Porto Alegre.
Lo scudetto “scippato” e il bis in Coppa Italia
L’ambientamento nella capitale è favorito dalla presenza della mamma, di una zia e dell’amico fraterno Pato Moure. Falcao impiega poche settimane per recuperare un buon stato di forma, a partire dalla prima di campionato, il 14 settembre 1980 a Como. E solo tre giorni più tardi incanta l’Olimpico siglando il terzo gol nella vittoria di Coppa contro il Carl Zeiss Jena. Per la prima rete in campionato bisogna invece attendere il 22 febbraio ed il pari casalingo contro il Bologna in una domenica di pioggia. Ma il suo contributo è decisivo nell’instillare la mentalità vincente in una squadra che insegue il sogno scudetto fino allo “scippo” di Torino del 10 maggio 1981. E che riesce a fare il bis in Coppa Italia nell’ennesima sfida risolta ai calci di rigore contro il Toro con il tiro conclusivo realizzato proprio da Falcao che ormai per i tifosi è “il Divino”.
Gli infortuni fermano Falcao e la Roma
Dopo il gol annullato a Turone, la stagione 1981-82 vuole essere quella della “vendetta” per la Roma. Le prime nubi nere però si materializzano il 25 ottobre, nella sfida in casa contro la Fiorentina, con il primo grave infortunio di Ancelotti. Nella stessa partita Falcao compie uno dei suoi gesti tecnici più grandi servendo un assist di tacco al volo a Pruzzo. Il brasiliano, ormai leader indiscusso, è decisivo una settimana dopo nella vittoria in casa della Juve. Il 22 novembre è invece espulso da Agnolin a Milano e poi deve arrendersi al genoano Briaschi che con un fallaccio lo mette fuori per un mese dopo pochi minuti di Roma-Genoa del 28 febbraio 1982. La Roma è attesa dal duplice confronto con le rivali scudetto Fiorentina e Juve, che deve giocare senza il suo fuoriclasse . Arrivano due sconfitte e resta da difendere il terzo posto prima dei Mondiali di Spagna.
La TV brasiliana celebra il famoso gesto tecnico di Falcao del 25 ottobre 1981 contro la Fiorentina
Una delusione… mondiale
Prima della partenza per i mondiali di Spagna che si disputano nell’estate del 1982 il presidente Viola chiede che almeno uno tra Bruno Conti e Falcao torni campione. Il Brasile parte con i favori del pronostico, il suo è un vero e proprio Dream Team con campioni come Zico, Socrates, Junior, Cerezo, Eder e appunto Falcao. Quest’ultimo disputa una prima fase da protagonista siglando due reti contro Scozia e Nuova Zelanda. Il destino è però crudele e mette i due romanisti contro nella sfida del 5 luglio 1982 allo Stadio Sarrià di Barcellona. Il Brasile incanta ma è l’Italia a vincere grazie alla tripletta di Paolo Rossi con il gol decisivo segnato dopo che proprio Paulo Roberto aveva siglato quello del due a due che avrebbe premiato i verdeoro. E’ così Bruno Conti a mantenere la promessa fatta a Viola. Per Falcao la delusione è immensa ma c’è una rivincita da prendersi con la sua Roma.
Falcao guida la Roma allo scudetto
All’inizio della stagione 1982-83 la Roma si ritrova col problema dei protagonisti del mondiale, Bruno Conti e Falcao. Se il brasiliano fa rientro in Italia soltanto a inizio agosto in uno stato psico-fisico preoccupante, il campione di Nettuno è travolto da un bagno di affetto altrettanto destabilizzante. Ci vuole tutta la saggezza di Nils Liedholm per trasformare in voglia di rivalsa la tristezza del numero cinque, che guida la squadra lungo un cammino trionfale. A dicembre nell’arco di pochi giorni sigla il gol-qualificazione contro il Colonia e poi è ancora decisivo contro l’Inter segnando su punizione dalla lunga distanza. Ma è dopo la sconfitta del 6 marzo in casa contro una Juve che torna minacciosa che si dimostra un grande leader. Falcao capisce che deve risollevare il morale dell’ambiente e va in TV, ospite del programma Mixer, a dire che la Roma vincerà lo scudetto. La domenica successiva passa ai fatti risolvendo la difficile sfida di Pisa e così alla fine la Roma è Campione d’Italia e Falcao è l’ottavo Re di Roma.
Il bellissimo gol che vale la qualificazione nella sfida di Coppa Uefa contro il Colonia
La telenovela del rinnovo di contratto di Falcao
La gioia per uno scudetto atteso quarantuno anni è offuscata dal problema del rinnovo di contratto di Falcao. Scaduto il triennale firmato nel 1980 le parti non si accordano con il brasiliano che parte per Porto Alegre parlando già da ex. Paulo Roberto delega la questione contrattuale al suo procuratore Cristoforo Colombo che ritiene terminata l’esperienza romana con lo scudetto. La stampa parla dell’interesse del Verona e del Napoli ma in realtà Colombo ha già firmato un contratto con l’Inter del suo amico e dirigente Beltrami. Il presidente dei nerazzurri Fraizzoli chiama allora Viola per informarlo e trovare un accordo tra le parti. Il neo senatore non ci sta e coinvolge il suo amico e tifoso Giulio Andreotti che, insieme al fido Evangelisti, trova il modo per rimettere le cose a posto. Il contratto con l’Inter viene stracciato e Falcao firma con la Roma alle ore 15:59 del 30 giugno 1983. (ricostruzione dal docu-film Chiedi chi era Falcao prodotto da Roma Studio).
La versione di Cristoforo Colombo, suo agente, sul rinnovo di contratto di Falcao del 1983
L’incubo Liverpool e “quel” calcio di rigore
La stagione 1983-84 inizia bene sul fronte Coppa dei Campioni con il bellissimo gol segnato da Cerezo al Goteborg nel debutto in casa. Falcao entra nell’azione pur non toccando mai il pallone ma facendo ben due finte decisive. In campionato la Roma cede il passo alla Juventus, complice l’ennesimo grave infortunio occorso a Carlo Ancelotti. In Europa invece si va avanti fino alla finale contro il Liverpool che si gioca nella capitale. Prima però, il 1° aprile, Falcao subisce un brutto fallo dall’interista Beppe Baresi che lo tiene fuori per diverse partite del finale di stagione. Ed è proprio per via di questo che non gioca al meglio delle sue possibilità la finale e non si presenta dal dischetto nella lotteria decisiva. Sulla stampa e tra i tifosi montano le polemiche. Lo stesso Falcao chiarirà che se non fosse stato male avrebbe comunque calciato il quinto di rigore, che purtroppo non è mai stato tirato.
L’addio di Falcao alla Roma tra infortuni e carte bollate
Prima della finale di Coppa dei Campioni Falcao rinnova, senza tentennamenti, il contratto con la Roma. E subito dopo è in campo nella doppia sfida con il Verona che vale la sua seconda Coppa Italia. L’avvio del nuovo corso di Eriksson è segnato dagli infortuni di Falcao. Il Divino ancora soffre per quello dell’anno precedente e scende in campo poche volte fino alla sfida del 16 dicembre 1984 con il Napoli. Al San Paolo sembra essere tornato quello di un tempo e dopo venti minuti va anche in gol. Esultando sente però una fitta al ginocchio ed è l’inizio di un calvario che non gli farà più indossare la maglia giallorossa in gare ufficiali. Il brasiliano vola a New York per sottoporsi ad un intervento senza l’autorizzazione della società, che sul finire di stagione gli farà avere una lettera di licenziamento. Prima che una commissione della Federazione dichiari risolto il contratto tra Falcao e la Roma tra le inevitabili polemiche.
“Per la Roma e per i suoi tifosi provo un sentimento di amore eterno. Per un atleta, per uno sportivo, non c'è orgoglio più grande di quello che suscita essere inserito nella squadra di tutti i tempi. La Roma e i suoi tifosi sono sempre nel mio cuore”.
Paulo Roberto Falcao