DARIO BONETTI
Dario Bonetti è un difensore bresciano di San Zeno che cresce nella squadra locale del Leonessa. Si trasferisce a tredici anni al Brescia e lascia gli studi dopo la licenza media per dedicarsi alla carriera di calciatore. Bravo nel gioco aereo e in marcatura, fa il suo esordio tra i cadetti appena diciassettenne conquistando anche la fiducia di Italo Acconcia, tecnico delle nazionali giovanili. Nella seconda annata bresciana è frenato da un infortunio rimediato a inizio stagione contro la Lazio ma contribuisce, con otto presenze, alla promozione in Serie A.
Dario Bonetti arriva alla Roma con Falcao
Nell’estate del 1980 Bonetti è uno dei giovani emergenti del calcio italiano, ambìto da diversi club. La Roma vince una agguerrita concorrenza e lo porta nella Capitale, dove deve svolgere il servizio militare alla Cecchignola. All’inizio sembra destinato ad un prestito ma poi la partenza di Peccenini gli apre le porte della prima squadra. Il difensore esordisce in Serie A il 30 novembe 1980 nella vittoria casalinga contro l’Udinese e da lì in poi una maglia da titolare, per lo più la numero sei, è spesso la sua. A fine stagione sono venti le presenze in un torneo che la Roma vede sfumare a Torino con il gol annullato a Turone. A queste si aggiungono quattro partite giocate in Coppa Italia, compresa la finale vinta a Torino contro i granata il 17 giugno 1981. La stagione è impreziosita dalla vittoria del Viareggio con la Primavera, giocato a mezzo servizio e il primo vinto dalla Roma nella sua storia.
Roma-Genova andata e ritorno
Anche se le sue doti migliori non sono il palleggio e la velocità, Bonetti si adatta bene alla zona di Liedholm grazie al suo eclettismo e, al suo secondo anno a Roma, le presenze diventano ventisei. Arriva il battesimo europeo contro il Ballymena United ma quella giallorossa è una stagione interlocutoria con la squadra che arriva terza in campionato dietro Juventus e Fiorentina. A fine anno Liedholm decide di arretrare Di Bartolomei a libero e ha bisogno di un difensore veloce come “il russo” Vierchowod. Il presidente doriano Mantovani accetta però soltanto uno scambio di prestiti con Bonetti, che prende la strada di Genova nonostante le resistenze del barone. Con il nuovo assetto la Roma vince lo scudetto ma non riesce a trattenere il forte Pietro per affrontare la sua prima Coppa dei Campioni. Ecco allora che i destini dei due difensori si intrecciano di nuovo con Dario che fa ritorno nella Capitale.
Il secondo ciclo di Bonetti alla Roma
Quella 1983-84 è la stagione del sogno “Coppa Campioni”, svanito in finale a Roma contro il Liverpool. E con Bonetti sfortunato protagonista in quanto da un suo rinvio sbagliato, che colpisce Tancredi finito a terra per un fallo non sanzionato, scaturisce la rete del vantaggio inglese dopo neanche quindici minuti. La seconda Coppa Italia vinta non può compensare una così forte delusione e, più in generale, rivalutare un anno segnato da diversi infortuni e giocato al di sotto delle sue possibilità. Alla fine Liedholm lascia la panchina della Roma al più giovane connazionale Eriksson, che punta sull’esuberanza fisica di Bonetti per la sua difesa alta e spregiudicata. La prima stagione è di assestamento mentre nel 1985-86 si vede la mano del tecnico e la Roma effettua una incredibile rimonta sulla Juve respinta clamorosamente dal già retrocesso Lecce. Rimonta che si era alimentata anche grazie al gol di Bonetti nella trasferta di Pisa del 13 aprile 1986.
Dario Bonetti e la Roma si separano
Alla fine del torneo 1985-86, dopo aver vinto la sua terza Coppa Italia con la Roma, Bonetti è tra i difensori italiani più forti ma non partecipa, in modo sorprendente, alla spedizione azzurra per i mondiali del Messico. Su di lui ha messo però gli occhi il nuovo presidente milanista Silvio Berlusconi che lo vuole per la sua prima sessione di mercato. Bonetti lascia la Roma per il Milan, dove ritrova Liedholm. Il legame con i rossoneri dura però una sola stagione e termina con l’arrivo di Sacchi in panchina. Il bresciano sceglie Verona per rigenerarsi ed essere pronto per indossare la maglia della Juve per due anni. Prima di ricongiungersi alla Samp con il fratello Ivano e, curiosamente, con Pietro Vierchowod. E per vedere svanire un altro sogno chiamato “Coppa Campioni”.
Curiosità su Dario Bonetti
- Quella dei Bonetti è una famiglia di calciatori. Il papà Aldo gioca nel Brescia ed il fratello Ivano, bravo centrocampista mancino, milita in diverse squadre tra cui la Samp insieme proprio a Dario;
- Bonetti ha il record di giornate di squalifica (39) in Serie A. Le sanzioni sono spesso dovute alle proteste e non al gioco falloso;
- Oltre alle tre Coppa Italia vinte con la Roma, il bresciano se ne aggiudica un’altra con la Juventus, nelle cui fila vince anche una Coppa Uefa. Con la Sampdoria alza al cielo invece una Supercoppa Italiana, battendo in finale proprio la Roma nel 1991;
- Dopo aver fatto tutta la trafila con le giovanili, non sboccia l’amore con la nazionale maggiore, con il difensore che colleziona soltanto due presenze;
- Dopo quella di calciatore, Bonetti intraprende la carriera da allenatore che si realizza per lo più in paesi dell’est europa come Ungheria e Romania.