Giocatori

FULVIO BERNARDINI

DATI ANAGRAFICI DI BERNARDINI

Nasce a Roma

Nasce il 28/12/1905

Muore a Roma

Muore il 13/2/1984

STATISTICHE CON LA ROMA

Ruolo: Centrocampista

Stagioni: 11 (1928-39)

Presenze: 303 (285 di Serie A, 8 di Coppa Italia e 10 di Coppa dell’Europa Centrale)

Gol segnati: 47 (in Serie A)

Fulvio Bernardini è un centrocampista universale dotato di classe cristallina. Pericoloso in attacco quanto abile nella manovra, ha nel tocco di palla, nella visione di gioco e nel tiro i suoi punti di forza. Romano di Monti, è un mancino naturale che calcia bene anche di destro. Si afferma giovanissimo come portiere con la Lazio, prima di spostarsi in mezzo al campo e salire alla ribalta nazionale. Nel 1926, dopo aver già esordito in Nazionale, va all’Inter, dove diventa mezzala sinistra per fare spazio a Meazza, scovato da lui stesso nelle giovanili.

Renato Sacerdoti riporta Fulvio Bernardini a Roma

In vista della stagione 1928-29, Renato Sacerdoti sostituisce Italo Foschi ai vertici della società. La sua prima mossa è quella di riportare a Roma Bernardini versando all’Inter centomila lire. Appena nominato, il 4 marzo 1928, il neopresidente assiste alla vittoria dei giallorossi all’Appio contro l’Inter di Bernardini e Meazza. A fine gara i tifosi portano in trionfo quello che con affetto chiamano tutti “Fulvio nostro” e gli fanno indossare una maglia della Roma. Quel sogno dei tifosi diventa così realtà. Insieme al centrocampista arrivano anche D’Aquino, Benatti, Barzan, Eusebio e Volk. La Roma chiude al terzo posto nel Girone A della Divisione Nazionale e lascia ben sperare per il futuro.

Lettera di Fulvio Bernardini a Sacerdoti a Sacerdot
Il ringraziamento di Bernardini a Sacerdoti su L'Impero
Un giovane Fulvio Bernardini in giallorosso
Un giovane Fulvio Bernardini in giallorosso

Fulvio Bernardini bandiera della Roma di Testaccio

Nella prima fase del campionato 1929-30 Bernardini ritrova sulla panchina della Roma il tecnico Guido Baccani, suo fervido sostenitore in azzurro. Prima che questi lasci il posto al mister inglese Burgess, sotto la cui guida la Roma sfiora lo scudetto nella stagione 1930-31. Il tricolore svanisce a causa di un derby finito in rissa e che costa a Fulvio ben tre giornate di squalifica. Nel frattempo, il 3 novembre 1929, è iniziata l’epopea di Campo Testaccio, che farà da cornice ad una Roma leggendaria che ha in Fuffo la sua stella più lucente. Il giorno che passa più di tutti alla storia è il 15 marzo 1931, quando la Roma batte con un perentorio cinque a zero la Juventus con due gol del “dottore”. A lui è dedicata la strofa dell’inno di quei tempi che fa “…cor gran Fulvio Bernardini che dà scola all’argentini…”.

La Roma che batte la Juve per 5 a 0 il 15.03.31
Primo a sinistra nella squadra che batte la Juve per 5 a 0
Bernardini tra i tifosi della Roma
Circondato dai tifosi della Roma nel luglio 1934

Un altro scudetto sfiorato per Bernardini con la Roma

Dopo le parentesi dei tecnici Baar e Kovacs, Bernardini è al centro del progetto tecnico affidato al piemontese Barbesino nel 1933. La squadra migliora di anno in anno e arriva ad un soffio dallo scudetto nel 1935-36. Anche se la stagione non inizia sotto i migliori auspici, con l’addio del presidente Sacerdoti e la fuga improvvisa degli oriundi. La Roma si toglie di nuovo lo sfizio di battere la Juventus, stavolta a casa sua, e finisce ad un solo punto di distacco dal Bologna campione. Negli anni successivi la squadra esaurisce le energie, anche a causa di una guerra sempre più al centro dei pensieri dei ragazzi. A fine stagione 1938-39 Fuffo e la Roma si separano e Bernardini continua a scendere in campo fino al 1945 con la Mater. Prima di intraprendere la carriera di allenatore e cimentarsi anche con il giornalismo.

Bernardini capitano della Roma
Capitano contro il Bari dell'ex Costantino nel 35-36 (Archivio AS Roma)
Bernardini con Barbesino e Serantoni
Sorregge, insieme a mister Barbesino, l'infortunato Serantoni a Firenze il 27.12.36

Cosa è stato Fulvio Bernardini per la Roma

Figlio di Roma assunto alla gloria nazionale, da tutti riconosciuto come autentico fuoriclasse. Ha impersonato per decenni l’essenza stessa del calcio in Italia, facendo seguire a quella sul campo un’altra strepitosa carriera in panchina. Il rapporto coi tifosi della Roma sta tutto dentro il modo con cui veniva chiamato, quel “Fuffo nostro” pieno di affetto e orgoglio. Un po’ Falcao e un po’ Francesco Totti, rimane il rimpianto di aver sfiorato due scudetti con la mitica Roma di Testaccio, di cui era leader e bandiera, e di aver chiuso in giallorosso senza aver vinto nemmeno un trofeo. Primo esempio di un rapporto tra i tifosi e la Roma dove i sentimenti dominano sulle vittorie e nel quale i giocatori figli della città rivestono un ruolo speciale. Inizia nella Lazio ma il cuore dice Roma e prima di morire Fuffo fa in tempo a piangere lacrime di gioia per la vittoria del secondo scudetto nel 1983.

Curiosità su Fulvio Bernardini

  • La sua nascita, avvenuta il 28 dicembre 1905, è registrata all’anagrafe il 1 gennaio 1906;
  • Fulvio Bernardini è il primo calciatore del centro-sud ad essere convocato in Nazionale. Protagonista alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928 non fa parte però delle squadre vincitrici dei Mondiali del 1934 e 1938. Il tecnico Pozzo lo sacrifica preferendo centromediani più votati alla fase difensiva;
  • Con il trasferimento all’Inter, Bernardini ha la possibilità di studiare Economia presso la Bocconi. Il conseguimento della laurea, nel 1928 a Roma, gli vale il soprannome di “Dottore”;
  • Nel 1930, dopo la vittoria casalinga contro il Napoli, Fuffo perde il suo cane lupo Buck. Il giorno dopo, addolorato, pubblica un appello sul giornale per poterlo ritrovare. Ecco che si presenta, presso la sua residenza di Via D’Azeglio 34, un gruppo di tifosi partenopei che restituisce a Fulvio il suo Buck, bardato di giallorosso;
  • “Fuffo” si cimenta portiere anche con la Roma. Nei minuti finali del primo tempo di Milan-Roma del 27 gennaio 1935, sostituisce uno stordito Masetti colpito al volto da un forte tiro del milanista Rossi;
  • Il “dottore” è un’atleta eccezionale. Oltre che fuoriclasse in mezzo al campo e capace di cimentarsi tra i pali, è anche ottimo tennista e abile sciatore;
  • Con 122 partite Bernardini è secondo, dietro a Masetti (128), tra i primatisti di Testaccio;
  • Nel 1984 Dino Viola intitola a Fulvio Bernardini il Centro Sportivo di Trigoria;
  • Nel 2012 Bernardini entra nella Hall of Fame della Roma come uno dei migliori undici giocatori di tutti i tempi.