Bidoni della Roma Fabio Junior
Tra i bidoni della Roma, Fabio Junior
Gennaio 1999. Franco Sensi decide di tentare il colpaccio per rinforzare l’attacco spuntato della seconda Roma di Zeman. Il boemo ha chiesto Shevchenko, ma l’ucraino è destinato al Milan e rimarrà un sogno irraggiungibile. In Brasile non si fa che parlare di un certo Fabio Junior, goleador del Cruzeiro e presentato come l’erede di Ronaldo, il fenomeno. Il campionato brasiliano è finito da poco, a dicembre, e Sensi decide di muoversi in anticipo. Per evitare che il prezzo possa lievitare nella successiva sessione estiva di calciomercato. A costo di prendere un calciatore “stanco” e per il quale paga comunque la bella cifra di trenta miliardi di lire. Per capirci, nel gennaio successivo per la stessa cifra (più il cartellino di Alenitchev) arriverà un certo Hidetoshi Nakata…
Maledetta videocassetta
A soddisfare la curiosità dei tifosi della Roma ci pensa Il Corriere dello Sport. Il quotidiano sportivo distribuisce infatti una VHS con i gol e le migliori azioni di Fabio Junior. L’iniziativa riscuote grande successo e la videocassetta diventa presto introvabile nelle edicole romane. Si tratta di 17 minuti di immagini improbabili, nei contenuti e nel montaggio, assolutamente non in grado di chiarire l’effettivo valore del giocatore. Anzi, capaci di seminare più di un dubbio nella maggior parte dei tifosi. È anche colpa di questa cassetta e delle false attese create se tra i bidoni della Roma Fabio Junior ricopre un posto di assoluto rilievo. A complicare la situazione si mette la rivista ufficiale La Roma, che dedica la copertina al brasiliano con il titolo “È arrivato… l’uragano!”. E già, questo era il suo soprannome…
Arrivato “uragano” e partito “venticello”
Il tecnico boemo, da subito diffidente, utilizza con molta cautela Fabio Junior. La motivazione ufficiale parla di stanchezza per via delle tante partite giocate in Brasile. Nello scorcio di stagione rimasto l’attaccante realizza tre gol in poche apparizioni. Appare sempre “legnoso” e per niente all’altezza della fama con cui era arrivato. Men che meno in grado di sostenere il confronto con il fenomeno Ronaldo. La stagione successiva arriva Capello e per Fabio Junior la vita si fa ancora più dura. Il tecnico friulano, venuto per vincere, non lo vede proprio. A gennaio 2000 prende così, mestamente, la via del ritorno in Brasile. I tifosi romanisti nel frattempo, con l’autoironia che li contraddistingue, avevano rinominato il soprannome originario “uragano” in “venticello”. Più che ricordarlo con le azioni migliori, poche, in maglia giallorossa, vale la pena di rivedere quella videocassetta…