Allenatori

ALFRED SCHAFFER

Alfred Schaffer

DATI ANAGRAFICI DI SCHAFFER

Nasce a Budapest (Ungheria)

Nasce il 13/2/1893

Muore a Prien am Chiemsee (Germania)

Muore il 30/8/1945

STATISTICHE CON LA ROMA

Stagioni: 4 (1939-40, 40-41, 41-42, 42-43)

Panchine: 84 (73 in Serie A e 11 in C. Italia) 

Score: 36 V – 29N – 19 P

Titoli: Scudetto 1942

Alfred Schaffer è un tecnico ungherese, rappresentante della scuola danubiana e che vanta un passato glorioso da calciatore. È stato infatti un attaccante implacabile che ha militato a lungo con l’MTK Budapest, mitica squadra magiara con cui ha realizzato 159 reti in 84 gare tra il 1914 e il 1919. Per due stagioni centravanti più prolifico d’Europa, fa esperienza in Austria, Cecoslovacchia e Germania prima di sedersi in panchina. Da allenatore continua a mietere successi e nel 1938 lo ritroviamo alla guida della nazionale ungherese che conduce alla finale del Mondiale che perde contro gli azzurri di Vittorio Pozzo.

Alfred Schaffer per la panchina della Roma

Sul finire della stagione 1939-40 la Roma annuncia Alfred Schaffer in sostituzione di Guido Ara. Siamo a inizio maggio e la Roma lo strappa alla Dinamo Bucarest, dove era finito dopo il mondiale francese, si dice grazie ai buoni uffici di un alto funzionario dell’Ambasciata Italiana (G. Colalucci, AS Roma da Testaccio all’Olimpico – Edi-Grafica 1977). L’arrivo sulla panchina dei giallorossi di un allenatore del calibro di Schaffer, uno dei personaggi più rappresentativi del calcio continentale, coglie tutti di sorpresa. Il magiaro guida la Roma nello scorcio finale di un campionato che non ha più niente da dire ma siede in panchina nell’ultima gara ufficiale giocata a Campo Testaccio e vinta contro il Novara. Nonché nell’amichevole organizzata contro il Livorno proprio per celebrare il mitico impianto.

La nomina di Schaffer su Il Littoriale
La nomina di Schaffer su Il Littoriale del 7 maggio 1940
Edgardo Bazzini e Alfred Schaffer
Edgardo Bazzini a colloquio con il tecnico Alfred Schaffer

Una stagione di rodaggio per la Roma di Schaffer

La prima Roma di Schaffer ha un rendimento deludente e arriva undicesima in classifica, peggior risultato della sua breve storia. Il tecnico ungherese ne approfitta per studiare la squadra e gli avversari e i primi risultati si vedono con la conquista della finale di Coppa Italia. I giallorossi affrontano in un doppio confronto il Venezia, sprecando nella gara di andata un triplice vantaggio e perdono la coppa al ritorno in laguna. L’esperto allenatore, che va di persona a visionare calciatori in giro per l’Italia, ha ora le idee chiare su cosa serve alla Roma per poter vincere lo scudetto l’anno successivo. Schaffer può fare le sue richieste al nuovo presidente Edgardo Bazzini che nel frattempo ha ereditato la società da Igino Betti.

Schaffer e Bernardini
Con Bernardini
Schaffer e Masetti
Con Masetti, tornato protagonista tra i pali della Roma

Schaffer conduce la Roma ad uno storico scudetto nel 1941-42

L’ungherese ha visto che tante squadre italiane adottano il “sistema”, nuovo metodo di gioco che porta in attacco numerosi giocatori con il rischio di scoprirsi in difesa. Ecco allora che, potendo contare di nuovo in porta su un gigante come Masetti e su due abili contropiedisti come Amadei e Krieziu, la strategia è fatta. La Roma di Schaffer è una squadra solida e pronta a ribaltare il gioco. La difesa è puntellata con l’acquisto di Andreoli mentre in mezzo al campo arrivano l’interno Cappellini dal Napoli e il centromediano Mornese dal Novara. A fine anno, con la migliore difesa del campionato e il secondo miglior attacco, pur partita senza i favori dei pronostici, la Roma vince il duello con Torino e Venezia ed è Campione d’Italia. Alfred Schaffer ha dimostrato ancora una volta di essere uno dei migliori tecnici vincendo uno scudetto storico, il primo della Roma e di una squadra del centro-sud.

Schaffer portato in trionfo
Schaffer portato in trionfo dai tifosi
La Roma campione d'Italia 1942
La Roma Campione d'Italia 1941-42

Le dimissioni di Alfred Schaffer

La stagione successiva a quella del trionfo, Schaffer comincia a mostrarsi irrequieto. Le vicende belliche si fanno sempre più pressanti e la lontananza dalla moglie, che ha una birreria a Monaco di Baviera, è difficile da gestire. In fondo l’ungherese ha un’indole nomade che lo ha portato a girovagare per il centro Europa e non intende piantare le tende a Roma. Il tecnico appare sempre più distaccato e le cose precipitano l’8 novembre 1942, quando il treno della Roma, diretto a Genova per la partita, è costretto a ripararsi in una galleria per via dei bombardamenti aerei. Passano poche settimane e, dopo un colloquio con Biancone, Alfred Schaffer si dimette da allenatore della Roma e va dalla moglie (anche se a fine luglio lo ritroviamo alla guida del Ferencvaros). Il 30 agosto 1945 Schaffer muore in treno a Prien am Chiemsee, in Germania, sotto uno degli ultimi bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, che cessa soli tre giorni dopo.

Descrizione dell'episodio del treno della Roma scappato dai bombardamenti
Descrizione dell'episodio del treno della Roma scappato dai bombardamenti
Le dimissioni di Schaffer
Le dimissioni di Schaffer su Il Messaggero

Curiosità su Alfred Schaffer

  • Il suo essere vincente in modo così “speciale” vale a Schaffer l’appellativo di “Spezi”;
  • Secondo diverse fonti Schaffer sarebbe ebreo, nonostante sembri assurdo che abbia potuto allenare in Italia quando erano in vigore le Leggi Razziali. E poi al Bayern Monaco nella Germania nazista, nonostante fosse considerato uno Judenclub e alla presidenza della società ci fosse stato un ebreo. Per un approfondimento leggi qui;
  • Alcune fonti riportano come luogo di nascita Presburgo, l’attuale Bratislava. I siti ungheresi che abbiamo consultato indicano però Budapest e la capitale magiara è scalfita anche sulla tomba di Schaffer e questo ci toglie ogni dubbio;
  • Negli ultimi anni della carriera da calciatore si cimenta contemporaneamente nel ruolo di allenatore lasciando subito intravedere grandi qualità;
  • Con la nazionale ungherese Alfred Schaffer realizza diciassette reti in quindici presenze;
  • Idolo delle folle e personaggio dalla grande popolarità, l’ungherese attira anche invidia e antipatie. Durante la militanza nel Wacker Monaco, agli inizi degli anni venti, l’Ispettorato del Lavoro locale intende ritirargli il permesso per giocare per via del suo non essere cittadino tedesco. Il club organizza in fretta delle nozze fittizie con una fantomatica Olga Bernstein per porre rimedio alla situazione;
  • Nel giugno del 1949 la Roma si reca in Germania per un torneo estivo e ne approfitta per fare visita alla tomba di Alfred Schaffer. Il dirigente Biancone, Andreoli e Risorti posano dei fiori giallorossi sulla sua lapide.