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Intervista a Corrado Baglieri

Cover intervista a Corrado Baglieri

Corrado Baglieri entra nel vivaio della Roma a quattordici anni nel 1979. Vive tutti gli anni del ciclo Viola-Liedholm a Trigoria e fa parte di una Primavera fortissima, che vince un Viareggio, uno Scudetto e un Torneo Città di Vignola. Esordisce con la prima squadra in Coppa Italia nel 1984 a Reggio Emilia. Non mantiene però le promesse non riuscendo a seguire, come molti addetti ai lavori prevedevano, le orme di compagni quali Giannini, Desideri, Di Carlo, Baldieri, Tovalieri, Righetti, Di Livio, Lucci e Di Mauro. Riviviamo quegli anni con la nostra intervista esclusiva a Corrado Baglieri, che ringraziamo sinceramente per la grande disponibilità e per l’affetto che ancora nutre per i nostri colori.

Icona Giocatori della Roma

Hai fatto parte di una nidiata incredibilmente talentuosa delle giovanili giallorosse. Giannini, Desideri, Di Mauro, Di Carlo, Tovalieri, Righetti, Baldieri, Lucci, Di Livio e forse ne dimentichiamo qualcuno. È maggiore l’orgoglio per essere stato a quei livelli o il rimpianto per non avere mantenuto le grandi aspettative che si riponevano in te?

Icona Corrado Baglieri

Non mi piace avere rimpianti, non fanno bene al corpo né alla mente… sono contento di aver fatto parte di una Primavera fortissima, a detta di tutti. Sono stati anni meravigliosi.

Icona Giocatori della Roma

Dopo i trionfi con la Primavera, sembravi essere in rampa di lancio e il nuovo ciclo di Eriksson poteva rappresentare il contesto ideale. Perché Baglieri non ha avuto la sua occasione in giallorosso?

Icona Corrado Baglieri

Ho avuto la mia occasione debuttando in Coppa Italia, ricordo Perinetti e altri dirigenti che vennero a prendermi a Viareggio dove stavamo disputando il torneo. Liedholm mi chiamava spesso coi grandi. Doveva andare così, non ho avuto la fortuna di altri anche se ero ben considerato. Mi sono lasciato andare alle distrazioni, ho messo avanti il divertimento, è stata anche una conseguenza delle mie scelte.

Icona Giocatori della Roma

Sei arrivato a Roma nel 1979 ed andato via nel 1984 vivendo per intero, pur di riflesso, il ciclo di Viola, Liedholm e Falcao. Hai un ricordo in particolare della Roma dei grandi?

Icona Corrado Baglieri

La Roma è stato il primo amore, sono arrivato che ero ragazzino e ho vissuto dentro Trigoria. Il centro sportivo non era ancora completato, pochi i campi in erba. Andavo a scuola all’Istituto Cassini, in zona Marconi, e spesso mi portavano al campo i compagni più grandi che avevano già la macchina: Falcao, Bruno Conti, Nela, Pruzzo… Il brasiliano era una chioccia per noi ragazzi e mi dava spesso consigli. Il pubblico era molto presente anche per le partite dei giovani e ti dava una marcia in più. Conservo ancora come una reliquia la tuta della Roma della Playground.

La Roma Primavera vincitrice del Città di Vignola 1984
Baglieri, secondo tra gli accosciati da sinistra, nella Primavera vincitrice del Città di Vignola 1984 (Archivio Noto)
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Tanti tuoi compagni delle giovanili della Roma hanno avuto una grande carriera. Ci fai il nome di un ragazzo che invece, secondo te, aveva le doti per sfondare e invece si è poi perso?

Icona Corrado Baglieri

Ricordo Bencivenga, un bel mancino che pensavo potesse fare di più.

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La sensazione è che Baglieri, pur avendo avuto una carriera dignitosa, potesse ambire a molto di più. Quale era il tuo vero livello? Dove ti saresti collocato se tutto avesse funzionato per il verso giusto?

Icona Corrado Baglieri

Me lo dicono tutti, ma ho giocato più per divertirmi che pensando alla carriera. Con il mio fisico e con le doti tecniche che avevo penso che anche in B avrei fatto la mia parte. Ma giocare in Serie C non è stato affatto semplice.

 

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